La giornata di ieri, 27 aprile, è stata sicuramente particolare per Treviso, tanto perché si festeggiava il giorno dedicato al santo patrono cittadino, San Liberale, ma anche perché tutti gli ospedali locali operavano in modalità limitata alle emergenze. Si tratta, effettivamente, di un diritto per i tanti lavoratori trevigiani, e che si ripresenta analogamente in parecchie città italiane, ma che cade in un momento delicato dell’anno e che fa discutere, soprattutto, per le modalità di applicazione. Infatti, essendo tutti gli ospedali di Treviso, di fatto, chiusi, ai pazienti non è stato permesso iniziare, tra le altre cose, neanche i cicli di chemioterapia, piuttosto urgenti se si tratta della prima seduta.
Treviso, gli ospedali chiusi e le spiegazioni dell’Ulss
Insomma, qualsiasi residente di Treviso nella giornata di ieri, se si fosse presentato in ospedale per un controllo di routine o una visita non urgente, si sarebbe visto rimbalzare all’ingresso da un addetto, oppure addirittura solamente da un cartello affisso sulle porte della struttura. Il 27 aprile, infatti, è il giorno dedicato al patrono cittadino, San Liberale, e già da settimane l’Ulss aveva avvisato che tutti gli ospedali sarebbero stati limitati alle sole emergenze non rimandabili.
Singolare, se non altro, la data del santo patrono di Treviso, che cade a metà esatta tra lo stop del 25 aprile e quello del Primo maggio, altre due giornate in cui gli ospedali funzionano solamente per le emergenze. Ironico, invece, che San Liberale sia il patrono dei malati e dei deboli, che ieri si sono sentiti più abbandonati che mai. Dal conto suo l’Ulss, tramite il suo direttore Francesco Benazzi, sottolinea che “abbiamo affisso i cartelli in tutte le nostre sedi e informato i medici di medicina generale già nelle scorse ore”. Similmente, sottolinea che la chiusura degli ospedali di Treviso era stata condivisa anche con i sindaci locali, “per arrivare al maggior numero di utenti”. Non sono mancate le lamentele, soprattutto da chi aveva ricevuto un appuntamento proprio per quel giorno, senza che nessuno lo avvisasse che l’ospedale era, effettivamente, chiuso.