«Ho già detto che c’è stato questo colloquio (al collegio dei commissari Ue oggi, ndr). Come sapete, il 5 giugno la Commissione ha adottato un rapporto dicendo che sarebbe giustificato far scattare la procedura per deficit eccessivo basata sul debito. Alla luce del parere del Comitato economico e finanziario dell’11 giugno la Commissione sta continuando i lavori preparatori alla luce di quanto sancito dai Trattati. Il collegio oggi ha discusso brevemente la situazione e si è deciso di tornare sulla questione la prossima settimana», l’ha spiegato stamattina da Bruxelles il portavoce della Commissione Europea, Margaritis Schinas in merito alla procedura d’infrazione per debito eccessivo contro l’Italia. Nello specifico, i commissari si riuniranno il prossimo 2 luglio come hanno informato Dombrovskis e Moscovici questa mattina «E’ stato fatto il punto della discussione, La Commissione non e’ una fabbrica che deve produrre certi output ogni giorno, c’e’ un processo in corso e i commissari volevano conoscere i termini e i punti di vista sul caso». La Commissione sta preparando tutto come se la procedura partisse, ma verrà frenata laddove l’Italia riuscirà a convincere gli Stati membri di un’economia e politica di riforme dedite all’abbassamento deciso del debito sui conti pubblici. Tria oggi si è detto ottimista e per lui l’accordo con l’Ue è più vicino di quanto si possa credere: nel frattempo il vertice di Governo stasera darà qualche indicazione (si spera) in più per comprendere cosa sarà messo sul tavolo di Bruxelles come “arma di convinzione”.



“OTTIMISTA, LA PROCEDURA D’INFRAZIONE NON CI SARÀ”

Lo ha detto in maniera chiara e tonda per l’ennesima volta che ormai potremmo chiamarlo il “piano Tria” per l’economia italiana: la via per evitare la procedura d’infrazione tra capo e collo dall’Unione Europea prevede sacrifici, attenzioni ai bilanci e ai conti pubblici e qualche taglio inevitabile. Ma senza aumentare l’Iva, riducendo il deficit e possibilmente tagliando le tasse: utopia? Per il Ministro dell’Economia tutto ciò è possibile e lo ha ribadito questa mattina parlando al Seminario di Economia Internazionale di Villa Mondragone: «Noi pensiamo che l’Italia rispetti in modo sostanziale le regole di bilancio europee e sono ottimista per questa ragione riguardo alla procedura europea», esordisce il titolare del Mef che poi subito sottolinea «per un’economia a crescita zero l’obiettivo di un deficit pubblico del 2,1% per l’anno corrente rappresenta una politica di bilancio più che prudente e noi arriveremo a questo livello di deficit grazie ad una gestione prudenziale anche se stiamo implementando le politiche sociali programmate decise con l’ultima legge di bilancio».



IL PIANO DI TRIA (IN ATTESA DEL GOVERNO)

In attesa del vertice di Governo di questa sera a Palazzo Chigi (Conte, Salvini e Di Maio da soli) e in vista del Consiglio dei Ministri di domani, Giovanni Tria strizza l’occhio alla Lega e prova a chiudere la polemica sulla Flat Tax: «Si sta vedendo tutto quanto, certamente fa parte dei nostri obiettivi. Il Parlamento ha approvato questo. L’aumento dell’Iva dall’anno prossimo fa parte dell’attuale legge dello stato. Stiamo lavorando per evitarlo». Sempre il Ministro delle Finanze spiega poi come un deficit basso è inevitabile e dovrà essere messo in atto con un deciso taglio alle spese pubbliche: «Per il futuro l’idea è quella di tenere il deficit basso e continuare con l’obiettivo di diminuzione del debito non attraverso l’innalzamento delle tasse ma attraverso più basse spese correnti: questo è il nostro impegno verso il Parlamento e stiamo lavorando per soddisfare questo mandato con la prossima legge di bilancio», spiega ancora Tria al seminario organizzato dalla Fondazione Economia di Tor Vergata. No stravolgimenti e sì all’impianto di riforme già iniziato: il “piano Tria” si conclude con un dato, «per un’economia a crescita zero, il target di deficit al 2,1% per l’anno in corso rappresenta una politica fiscale più che prudente e stiamo andando verso questo livello di deficit». Il suo piano è lanciato, ora non resta che vedere se “collimerà” a quello di Lega e M5s..

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