La riscossa di Tria e le bordate al suo ex Presidente del Consiglio: nell’intervista a La Verità del 17 agosto 2020 il Ministro dell’Economia del Governo Conte-1 viene contestata la linea del Governo “pro-bonus” con i 100 miliardi di euro finora stanziati nell’emergenza Covid-19 che non convincono affatto il professore ed ex Ministro delle Finanze. «I 100 miliardi stanziati dall’inizio dell’emergenza dovevano servire a frenare la caduta del Pil italiano. Ho seri dubbi che le scelte fatte finora siano quelle giuste per raggiungere tale obiettivo», spiega Tria a La Verità causando il Governo giallorosso di “mancanza di visione” per poter uscire dalla crisi Covid-19. L’autunno non sarà facile, lo conferma lo stesso Tria giudicando assai pericoloso quando inevitabilmente tra poche settimane la caduta del Pil si rifletterà sull’occupazione diretta dei lavoratori. «Le imprese sono a rischio», spiega l’ex Ministro, «perché hanno subìto un consistente calo dei ricavi durante il lockdown, senza aver ricevuto sussidi adeguati a ripianare le perdite». L’accusa principale di Tria al Governo e alla guida Conte-Gualtieri riguarda proprio la “strategia” dei bonus: «bisognava decidere di compensare solo le imprese che hanno davvero ridotto la loro attività a causa della pandemia. Utilizzare le risorse in modo dispersivo significa concedere aiuti anche a chi non è stato danneggiato».



LA STILETTATA DI TRIA A CONTE “INDEBOLISCE IL SISTEMA”

Secondo Giovanni Tria il problema dell’economia non è solo la caduta del Pil e la mancanza di fatturato, ma è anche la totale confusione e incertezza che regna nei cittadini davanti al prossimo futuro: «Non c’è una visione chiara di quello che succederà e le persone che hanno ancora reddito cercano di non spenderlo. A ciò si aggiungono i dubbi sull’evoluzione della pandemia. Tutto questo blocca investimenti e consumi». Giusto la conferma della Cig, ma per Tria questo è solo un rimandare l’inevitabile resa dei conti: «Si continua a perseguire la strada dei bonus, disperdendo risorse in una situazione in cui dovremmo già guardare oltre l’emergenza. Certe cose puoi permetterle all’inizio, non a distanza di mesi». Bocciato il bonus per le casalinghe, più favorevole alla decontribuzione per il Sud anche se serve molto di più per rilanciare l’economia del Mezzogiorno: per Tria ora però la vera sfida è il Recovery Fund e su questo traccia le principali priorità sulle quali il Governo dovrebbe concentrarsi, «investimenti infrastrutturali: abbiamo bisogno di strade e ferrovie. Bisogna investire in scuole, ospedali e università. Poi, intervenire sulla digitalizzazione del Paese, sulla banda larga». Il problema di fondo, conclude Tria nell’intervista a La Verità oggi in edicola, è che non serve solo la semplificazione normativa per sbloccare i progetti: necessario investire «su chi dà attuazione alle norme», tradotto, in Italia sono state distrutte negli anni molte strutture tecniche-private dando troppo spazio alla politica. Secondo Tria «c’è troppa preoccupazione da parte di chi vorrebbe accentrare su di sé il potere di coordinare l’uso dei fondi per gli investimenti […] Ma la presidenza del Consiglio deve coordinare, non gestire. Questo indebolisce le strutture».

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