Pioggia di critiche nei confronti del ministro dell’economia Giovanni Tria, dopo l’annuncio di volere eliminare il famoso bonus di 80 euro introdotto dal governo Renzi. I primi ad insorgere sono stati gli stessi esponenti del Partito Democratico, a cominciare da Maurizio Martina, ex candidato alla segreteria generale del partito: «Il ministro Tria – scrive il deputato sulla propria pagina Facebook – sostiene che gli 80 euro a 10 milioni di lavoratori sotto i 1400 euro al mese di stipendio si possono cancellare per fare la Flat tax a vantaggio dei ricchi. Si preparano a togliere ai redditi medio-bassi per avvantaggiare i redditi alti: è il governo dei Robin Hood al contrario». Tastiera velenosa anche da parte dell’ex ministro Maria Elena Boschi, grande sostenitrice degli 80 euro di cui sopra: «Il ministro Tria – cinguetta su Twitter – dice che elimineranno gli 80 euro perché è un provvedimento fatto male. Tolgono soldi a 10mln di italiani che da 5 anni sono stati aiutati dal governo Renzi. Ministro, la cosa fatta male non sono gli 80euro, ma è il governo di cui fa parte lei». Infine il pensiero di Ettore Rosato, vice-presidente della Camera: «Non trovano soldi per i loro provvedimenti spot – denuncia su Facebook – e così incassano togliendo a chi già ha. Come hanno fatto per la finta quota 100, che ha mandato in pensione pochi lavoratori bloccando adeguamenti Istat a chi già era pensionato e creando un enorme debito per chi in pensione ci deve ancora andare. Dei veri cialtroni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BONUS 80 EURO, TRIA “LI RIASSORBIREMO”
Dopo la nota del M5s contro il Ministro Tria arrivano le parole ufficiali del vicepremier Luigi Di Maio che fa capire quanto il livello di tensione interna al Governo sia tutt’altro che “spento” nonostante le rassicurazione del Premier Conte questa mattina («non c’è nessuna crisi di Governo»): «Non ho intenzione di attaccare o rispondere al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ma il Decreto Famiglia è una priorità politica, i soldi ci sono, l’Inps ci dice che un miliardo quest’anno lo riusciamo a recuperare». Durante l’intervento al Forum Ansa, Di Maio ribadisce poi anche «Per me quando si decide dove destinare i soldi è la politica che lo decide non i tecnici fermo restando che ho sempre apprezzato il ruolo da cane da guardia dei conti rivestito da Tria». Insomma, una stoccata e una richiesta di “presa distanza” tra la politica e i “tecnici” interni al Governo: non è però l’unico Di Maio a contestare le parole mattutine del Ministro delle Finanze. Dopo la polemica sollevata sugli 80 euro, il candidato alle Europee per il Pd Carlo Calenda sottolinea a Rai News24 «E’ di oggi la notizia che il ministro Tria intende togliere gli 80 euro del governo Renzi. Questo significa che circa 10 milioni di italiani avranno mille euro in meno all’anno».
DECRETO FAMIGLIA, SCONTRO TRIA-M5S
Quello visto stamani ad Agorà è un Giovanni Tria che nelle immediate ore post-Consiglio dei Ministri “infuocato” (con rinvio di Decreto Sicurezza Bis e Dl Famiglia) pare essere una volta di più il Ministro più equilibrato e senza velleità di scontri politici e ideologici tra le due forze di Governo in competizione per le Elezioni Europee. Nella pacatezza dei suoi interventi però, il Ministro delle Finanze sottolinea un punto che diventa subito fattore di scontro con il M5s che già nei mesi scorsi vedeva Tria troppo “critico” sulle norme presentavate da Di Maio e dagli altri ministri grillini: da ultimo, sul sostegno ai nuclei familiari la bozza sul Decreto Famiglia presentato ieri in CdM non ha ricevuto il via libera e Tria oggi fa capire il perché «le coperture per il decreto famiglia non sono state individuate al momento e il provvedimento è stato rinviato». La Lega aveva presentato alcune proposte di modifiche al Dl Crescita con il Ministro della Famiglia Fontana ma Di Maio ha voluto proseguire per la sua strada con una norma ad hoc presentato ieri in CdM: il finanziamento però è venuto meno per Tria, «sapremo a fine anno e non adesso se si spenderà meno di quanto preventivato per il reddito di cittadinanza ed è chiaro come queste spese non si possano portare all’anno seguente».
TRIA ATTACCA GLI 80 EURO DI RENZI: “SARANNO RIASSORBITI”
Se si aggiunge come poi invece sul fronte Flat Tax, Tria si è detto più disponibile – «si può fare ma facendo delle scelte conseguenti sul lato della spesa tagliando su altri punti» – si può comprendere come il M5s non abbia ben digerito la posizione messa in pubblico dal Mef. Ecco che scatta allora la nota di polemica: «È curioso che il ministro Tria parli di assenza di coperture per il decreto Famiglia, quando il miliardo è stato certificato anche dal presidente Inps, e ammetta poi candidamente che la Flat tax così come proposta si potrebbe invece fare, quando le coperture secondo i tecnici superano i 30 miliardi», spiegano le fonti 5Stelle all’Ansa. «Tra l’altro è lui il ministro dell’economia, il miliardo per le famiglie lo abbiamo trovato noi e se non ha capito gli possiamo spiegare come», aggiungono i grillini con Tria di nuovo messo nell’occhio del ciclone. Importante intanto è la posizione emessa dallo stesso Ministro dell’Economia contro un provvedimento non dell’attuale Governo ma di quello targato Renzi-Gentiloni, i cosiddetti 80 euro in busta paga: ebbene, per Tria «Nell’ambito di una riforma fiscale gli 80 euro vengono riassorbiti. Tecnicamente è stata una decisione sbagliata, risultano come spese e non come un prelievo. Inoltre tecnicamente è stato un provvedimento fatto male». Erano le Europee di 5 anni fa e Renzi riuscì anche grazie a quella “mossa elettorale” di ottenere il “boom” alle Elezioni: 5 anni dopo Tria reputa quella scelta non solo sbagliata ma prossima ad essere cambiata.