Il tribunale amministrativo di Grenoble annulla una delibera dell’università di Grenoble scritta con linguaggio inclusivo. Il motivo? Tale linguaggio “è incomprensibile”. A lanciare la notizia è il quotidiano francese Le Figaro, che menziona la delibera scritta dell’Università redatta con un linguaggio “inclusivo” come prescrivono i dettami arrivati da oltreoceano per non discriminare nessuna persona in base al suo genere. Ma la replica del tribunale amministrativo è stata secca e netta, e la delibera è stata annullata.



Secondo il tribunale, infatti, una delibera così come una legge deve essere appunto comprensibile, dunque chiara e fruibile per tutti. Basti pensare che in Francia, una delibera del Primo Ministro dell’allora governo di Emmanuel Macron, Édouard Philippe, ha proibito l’uso del cosiddetto linguaggio inclusivo. Sempre oltralpe, esiste una Commissione per l’arricchimento della lingua francese, voluta da Charles De Gaulle con l’obiettivo di evitare di importare termini stranieri, creandone invece di francesi ogni volta che ci sia bisogno di descrivere un nuovo aspetto della realtà e della modernità. Tuttavia, il caso dell’Università di Grenoble mostra in Francia non esista una legge che vieti espressamente il ricorso al linguaggio inclusivo, così alcuni atenei hanno deciso di seguire la tendenza importata dagli Stati Uniti, producendo però un documento di difficile accesso e comprensione che ha ottenuto soltanto il verdetto di “incomprensibile”.



Delibera annullata perché resa “incomprensibile” da linguaggio inclusivo

L’università di Grenoble adotta una delibera scritta che utilizza il linguaggio inclusivo, ma il tribunale amministrativo di Grenoble la annulla perché “incomprensibile”. Una notizia, data dal quotidiano Le Figaro, che sottopone la questione della reale inclusività di questo linguaggio che, nella lingua italiana, porta a troncare la parte finale delle parole con asterischi, “x”, oppure il segno grafico della schwa. Un modo per includere tutte le persone, comprese quelle transgender e quelle che non si identificano in un genere specifico, che però lasciano indietro la comprensibilità e l’accessibilità di un testo.



Un documento scritto con linguaggio inclusivo molto spesso penalizza chi ha difficoltà nella lettura, ma anche chi è ipovedente e deve affidarsi a un lettore automatico per i testi, per citare solo alcuni esempi. Una “sensibilità” importata senza filtri dagli Stati Uniti, senza lasciare che ogni linguaggio si adatti ai cambiamenti culturali con i propri modi e i propri tempi.