“Un’ottima notizia per l’Italia”. Così il Presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta la decisone, presa all’unanimità del Comitato Amministrativo del Tribunale Unificato e poi ratificata da 17 Paesi Ue, di assegnare a Milano la terza sede centrale del Tribunale europeo dei brevetti (Tub) che si occuperà, tra le altre materie, di agroalimentare e fitosanitario. Il che significa che Milano avrà il compito di presiedere un settore cruciale per il Made In Italy.
La sezione meneghina, cui è assegnata anche la giurisdizione su moda (abbigliamento e calzature) e farmaceutica (tranne che dei brevetti con certificati complementari di protezione, i più diffusi, gestiti a Parigi), sarà attiva a 12 mesi dall’approvazione, dunque, tra un anno, anche se va specificato che nel 2026 potrebbe intervenire una revisione delle competenze, sempre previo accordo con i partner.
“La decisione – afferma Fini – rappresenta un riconoscimento importante del lavoro diplomatico condotto dai ministeri italiani, a cominciare da quello degli Esteri, e rafforza la centralità dell’Italia nella tutela e nella promozione dell’innovazione e della proprietà intellettuale in Europa e nel mondo”. Un punto nevralgico, nel caso dell’alimentare, perché potrebbe aiutare a limitare i reati di contraffazione, che, stando a Coldiretti, nel food sviluppano un giro d’affari di circa 24,5 miliardi di euro all’anno. E non solo. Perché potrebbe anche rappresentare un deterrente per l’italian sounding, ovvero l’utilizzo ingannevole di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia su etichette e confezioni di prodotti agroalimentari che italiani non solo affatto. Un fenomeno che, secondo le stime di The European House – Ambrosetti, muove 150 miliardi di euro l’anno.
Milano diventerà dunque uno snodo centrale nella costruzione del brevetto unitario che, secondo l’Ue, consentirà, specie alle Pmi, di risparmiare fino all’80% dei costi per le tasse di rinnovo a tutela delle invenzioni. Mantenere in vita un brevetto unitario per 10 anni costerà meno di 5mila euro rispetto ai quasi 30mila attuali nei 25 Stati membri Ue che aderiscono.
Va detto, però, che la sede italiana non sembra ereditare tutte le competenze che erano in capo alla sede precedente, quella di Londra, costretta a rinunciare agli uffici del Tribunale in seguito alla Brexit. Vero è però anche che fonti vicine al Governo ricordano come la Sezione A, quella assegnata a Milano, rappresenti circa il 20% delle domande di brevetti europei depositati negli ultimi 5 anni e il 26% circa dei contenziosi brevettuali a livello Ue.
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