TRIBUNALE CHIUDE PER FERIE, LA BIMBA RESTA RECLUSA FINO AL 5 SETTEMBRE
Non sembra avere fine l’incredibile storia di Margherita B., la bimba “rapita” da una giustizia lenta, erronea e – ci permettiamo in questo caso specifico, senza fare di ogni erba un fascio – disumana. Una diagnosi sbagliata aveva tolto la bimba ai genitori, accusati ingiustamente di violenze: ora, una volta è stato ricostruito la genesi dell’errore giudiziario, il Tribunale minorile di Bologna annuncia che prenderà in esame il caso solo il prossimo 5 settembre, vista la chiusura per ferie estive. E intanto però la piccola Margherita, quantomeno assieme alla mamma Roberta, vive “reclusa” in una struttura protetta della campagna bolognese, e sotto il controllo dei servizi sociali. Qui però – denuncia l’avvocato della famiglia che segue fin dall’inizio l’assurda storia capitata alla famiglia di Margherita – la vita quotidiana è fatta di litigi con altri ospiti della struttura, presenza di pidocchi, scarafaggi ed escrementi di topi.
Il tutto viene raccontato da “La Verità” in due articoli (31 maggio e oggi, 3 agosto) dove prima si denuncia l’incredibile epopea giudiziaria della famiglia, poi l’assurda presa di posizione del Tribunale che intende affrontare la vicenda ma solo da inizio settembre. Nasce tutto nell’agosto 2020 quando la bimba assieme ai genitori si stanno per trasferire dal Veneto a Ferrara: qui però, quando Giovanni e Roberta portato la piccola in ospedale a Rovigo scatta una denuncia perché la diagnosi medica recita sul male alla gamba di Margherita “fratture plurime”. I genitori vengono accusati di maltrattamenti e l’11 agosto 2020 Margherita viene presa dagli assistenti sociali e collocata presso due famiglie affidatarie.
L’INCREDIBILE (E ASSURDA) STORIA DELLA BIMBA TOLTA AI GENITORI PER DIAGNOSI ERRATA
L’iter giudiziario prende dunque il via, con l’avvocato della difesa che in sede processuale riesce a dimostrare abbastanza facilmente che vi è stato un errore nella diagnosi iniziale: non furono “fratture plurime” ma una semplice frattura singola alla gamba, una caduta banale come può accadere a chiunque. Tutto bene ciò che finisce bene? Affatto: in primis, il proscioglimento avviene con sentenza il 31 agosto 2021, un anno esatto dopo le prime accuse che hanno portato Margherita spedita prima in strutture e poi in due famiglie affidatarie. In seguito interviene il Tribunale dei minori di Bologna che stabilisce come la piccola assieme alla madre debba essere collocata in una struttura protetta della campagna bolognese.
L’avvocato ferrarese Patrizia Micai lancia appelli da settimane ormai, cercando di dimostrare che la famiglia sia stata fin dall’inizio fatta vittima di preconcetti e sospetti senza prove: «Vogliono l’ammissione di quei maltrattamenti mai esistiti, aspettano una confessione impossibile. Sperano che la reclusione aiuti. Ma a me questa pare una forma di tortura, bella e buona», riporta il legale su “La Verità”. Il 18 luglio i giudici respingono le richieste dei genitori di poter tornare a casa come una famiglia normale e chiedono invece una nuova memoria difensiva prevista per dopo le ferie estive, ovvero il 5 settembre prossimo. «Ma visto che c’è di mezzo una bimba reclusa», accusa ancora l’avvocato Micai, «credo che avvocati e magistrati possano anche evitare di andare in vacanza. Nella stessa giustizia penale, quando c’è da decidere sulla sorte di un detenuto, non ci sono rinvii». In questi giorni una nuova istanza urgente è stata presentata dall’avvocato viste le «scarse condizioni igieniche della comunità»: topi, scarafaggi, pidocchi ma non solo, «la bimba è sacrificata e privata di tutte le opportunità di vivere le esperienze di vita familiare e sociale che i genitori sono in grado di consentirle». I giudici potranno credere o meno a tutta la ricostruzione fatta dalla famiglia, ma resta un fatto: attendere altri mesi – ormai siamo a 2 anni dalle prime accuse – per far passare le “ferie estive” rappresenta un affronto non solo alla piccola Margherita e alla sua famiglia, ma alla giustizia stessa.