Secondo l’Alta Corte amministrativa del Nord Reno-Westfalia, in Germania, l’Italia non sarebbe un paese sicuro per i richiedenti asilo. A sottolinearlo è l’emittente Deutsche Welle che ha riferito che i giudici tedeschi hanno vietato il respingimento nel nostro paese di due migranti provenienti da Somalia e Mali che avevano raggiunto la Germania lasciando illegalmente il suolo italiano. Stando a quanto affermato dal tribunale di Munster, citato dal canale tedesco “c’è un serio rischio che le autorità italiane non riescano a soddisfare i bisogni elementari come vitto e alloggio per molto tempo”.



I due migranti che hanno visto respingere la loro richiesta di rientro in Italia sono definiti “dublinanti”, ovvero tutti i richiedenti asilo che hanno fatto domanda per entrare nel Belpaese per poi spostarsi in un altro paese dell’Unione Europea. I giudici tedeschi hanno sottolineato che in Italia la gestione dei migranti non è delle migliori, con “serio rischio di trattamento degradante“. “Non avrebbero possibilità di trovare un lavoro che assicuri il loro sostentamento per la difficile situazione del mercato del lavoro in Italia” si legge nella decisione dell’Alta Corte.



MIGRANTI “DUBLINANTI”, COSA SONO E COSA POSSONO FARE

Quanto avvenuto nel tribunale del Nord Reno-Westfalia non è il primo caso di respingimento di migranti in un altro paese europeo. Infatti, recentemente, due diverse corti amministrative avevano fermato il rientro di alcuni richiedenti asilo in Grecia, anche in questo caso “dublinanti” che avrebbero fatto ritorno sul territorio ellenico prima di spostarsi in un nuovo paese dell’Unione Europea non appena possibile, secondo le indicazioni presenti nel regolamento di Dublino.

Ma cosa sono i cosiddetti dublinanti? Fanno parte di questa categoria tutti i migranti che hanno fatto domanda d’asilo in un paese dell’Unione Europea nel quale devono restare fino all’esito della procedura per poi potersi spostare in un altro Stato del Vecchio Continente. Nello specifico, per avvenire lo spostamento da un paese all’altro, bisogna attendere anche l’autorizzazione dello Stato ricevente.