Jean-Claude Trichet è stato il secondo presidente della Banca Centrale Europea, e ha contributo alla storia dell’unione monetaria e alle basi che furono fondamentali per la politica dell’euro. Ora, in occasione di primi 25 anni di storia della BCE, Trichet è stato intervistato dal quotidiano tedesco Handelsblatt in merito alla situazione attuale, tra crisi delle banche, inflazione e caro prezzi.  L’ex presidente nella sua esperienza ha personalmente vissuto la lotta all’inflazione dell’Europa ed ora afferma che “La vita normale di una banca centrale è caratterizzata dalla lotta per la stabilità dei prezzi, e il più delle volte si evita l’aumento dell’inflazione“.



Nel frattempo però, aggiunge, “Occorre combattere anche la deflazione, che forse è più pericolosa perchè provoca una contrazione dell’economia e la perdita di posti di lavoro, anche se non credo si possa tornare a quella situazione“. Perchè secondo l’economista, “La globalizzazione non avrà più in futuro il potere di far abbassare i prezzi come in passato” anche se “Questo non significa che assisteremo ad una de-globalizzazione“.



Jean-Claude Trichet “Salario minimo e economia green sono priorità”

Sulla BCE Trichet è molto ottimista e afferma che “Ha superato tante crisi internazionali, saprà uscire anche da questa attuale“. L’obiettivo principale però, avverte, “Dovrà essere quello di non perdere di vista la soglia del 2%“. Piuttosto, prosegue l’ex banchiere, “Serve combattere la disuguaglianza sociale“, che crea molti danni, primo perchè quando le classi sociali più basse si sentono trattate ingiustamente prende piede un “populismo di protesta” che può essere dannoso, e secondo “Occorre aumentare il salario minimo per fare in modo che aumentino gli investimenti“.



Attualmente quindi, ci sono tre priorità per risollevare l’economia:  seguire l’esempio degli Stati Uniti e trasferire la catena produttiva più vicino possibile al mercato nazionale, poi continuare a lavorare per diminuire la disparità sociale e infine, conclude TrichetPuntare a rendere l’economia sempre più rispettosa del clima“.