La tricotillomania è il disturbo psicologico finito sotto i riflettori de Le Iene Show che hanno raccontato la storia di tre ragazze che non riescono ad arginare il bisogno irrefrenabile di strapparsi i capelli. Ma a livello puramente medico di cosa parliamo? La tricotillomania è un disturbo del comportamento di tipo ossessivo-compulsivo il cui atto patologico può essere orientato a strappare non solo i capelli ma in generali tutti i peli del corpo quali sopracciglia, ciglia, barba e perfino i peli che ricoprono l’addome, le gambe, le braccia, le ascelle o la zona pubica. Se protratta nel tempo, questa patologia provoca ovviamente la comparsa di chiazze glabre a livello del cuoio capelluto o delle aree di cute soggette a questo tipo di stress. La tricotillomania insorge come risposta ad uno stato di tensione emotiva: chi ne soffre prova un senso crescente di tensione e di eccitamento che si trasforma in sollievo soltanto dopo aver strappato i capelli. Subito dopo, però, insorge un senso di colpa e di disagio poiché i pazienti non sono in grado di fermarsi nonostante le ripetute trazioni provochino l’evidente e spiacevole perdita dei capelli.



TRICOTILLOMANIA, I SINTOMI

La tricotillomania può essere lieve e generalmente gestibile mentre per alcune persone si associa ad un notevole disagio personale e sociale. Le cause all’origine di questo disturbo non sono state ancora definite chiaramente, ma si crede che esso sia una combinazione di fattori genetici, ormonali ed ambientali, il cui esordio è fortemente influenzato da motivi di ordine psicologico. La tricotillomania si manifesta più comunemente nei bambini tra i 2-6 anni di età e negli adolescenti, soprattutto durante il periodo che coincide con la pubertà, con la fascia più colpita che risulta essere quella di età compresa tra i 9 e i 13 anni. Non è raro, però, che essa si manifesti in età adulta in seguito ad un trauma. I suoi numeri sono importanti: a soffrirne è infatti circa il 4% della popolazione, e interessa in particolare i soggetti di sesso femminile. Ma come si manifesta la tricotillomania? Oltre al chiaro atto di torcersi e strapparsi i peli del corpo, anche l’aspetto non uniforme della chioma può rappresentare un chiaro segnale di qualcosa che non va. Occhio poi a ciglia o sopracciglia rade o mancanti e anche a quello che può sembrare un atto “innocuo”, ovvero giocare con i capelli estirpati, morderli e mangiarli.



TRICOTILLOMANIA, LA CURA

La diagnosi di tricotillomania non è sempre immediata perché la vergogna provata del paziente porta il più delle volte a nascondere il suo comportamento patologico e a depistare il medico. Una volta appurato il problema si può procedere con una terapia cognitivo-comportamentale, quella più utilizzata, diretta a scovare lo stimolo causale della tricotillomania. Esiste anche la possibilità di una terapia farmacologica, somministrata soprattutto nei casi più gravi, e volta a diminuire l’ansia, la depressione e i sintomi ossessivo-compulsivi che accompagnano la tricotillomania. Inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI), la clomipramina (antidepressivo triciclico) e il naltrexone (antagonista dei recettori oppiacei) si sono rivelati efficaci nel ridurre alcuni sintomi, ma non tutti gli esperti sono concordi sul ricorso ai farmaci per il trattamento della tricotillomania. Questi, infatti, andrebbero utilizzati solo nei pazienti adulti e dopo attenta valutazione medica. La maggior parte delle persone che ricorrono ad una terapia mirata può andare incontro a guarigione.

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