Sasso lanciato, mano ritratta: la cara vecchia “regola” della politica torna d’attualità dopo le ricostruzioni fatte da Adnkronos e altri quotidiani italiani sull’incontro Conte-Tridico avuto ieri sera senza preavviso a Palazzo Chigi. Dopo le irritazioni e le parole molto dure del Premier nei confronti del n.1 Inps sul tema cassa integrazione, sono le fonti di Palazzo Chigi che tornano a comunicare, questa volta in veste ufficiali, la “versione” effettiva del Governo: e come insegna per l’appunto la “vecchia regola”, il caso viene tentativamente spento. «In merito alle ricostruzioni riportate oggi su diversi quotidiani circa l’operato dell’Inps, si ribadisce la piena fiducia nel Presidente Tridico e il riconoscimento del grande sforzo fatto da tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto di Previdenza nel periodo dell’emergenza», sottolineano le fonti governative all’Adn.
Non solo, prosegue Palazzo Chigi, «Permane la piena consapevolezza che il meccanismo della cassa integrazione che abbiamo ereditato è troppo articolato e farraginoso (Cigo, Cigs, Fondo artigianato, altri Fondi bilaterali, Fondo integrazione salariale, Fondi pre-esistenti, Cassa integrazione in deroga…). Si è convenuto sulla necessità di riformare la disciplina della cassa integrazione in modo da garantire una gestione più efficiente con tempi di erogazione ben più rapidi». Da ultimo, l’ufficio stampa di Palazzo Chigi (alias, Rocco Casalino) aggiunge nella nota pervenuta alle agenzie, «La ministra Catalfo sta già lavorando a questa riforma e in ogni caso già nel decreto Rilancio sono state apportate modifiche mirate a velocizzare soprattutto la cassa integrazione in deroga».
CONTE IRRITATO CON IL PRESIDENTE TRIDICO
Non sono state parole “tenere” quelle proferite ieri sera a Palazzo Chigi dal Premier Giuseppe Conte nei confronti del Presidente Inps: qui sotto trovate le comunicazioni fatte da Tridico in una nota ufficiale dell’Istituto in merito alla cassa integrazione. Ora però, leggendo quanto riportato dall’Adnkronos dei contenuti dell’incontro, quelle stesse parole di Tridico assomigliano tanto ad una “giustificazione” e difesa da critiche pervenute non più solo da aziende, lavoratori e opposizioni. «Fortemente insoddisfatto per i ritardi sulla Cassa integrazione, con 150mila lavoratori che ancora attendono», avrebbe detto il Presidente del Consiglio. Significativo il fatto che non esista un comunicato ufficiale di quanto emerso nel tavolo, con l’ipotesi dello scontro che appare dunque assai probabile (specie perché le “fonti di Governo” citate da Adn avranno avuto le loro ragioni per riportare il livello della discussione): «troppi italiani ancora in attesa, una situazione inaccettabile».
Pur lodando il lavoro complesso e difficile dell’Inps nel tenere insieme tutti i dossier e gli ammortizzatori sociali (deciso dal Governo Conte), il Capo dell’esecutivo ha anche chiesto che si possano incentivare le aziende a non utilizzare la cassa integrazione in cambio di una robusta defiscalizzazione del costo dei lavoratori. Alla proposta, rilanciata ancora da Adnkronos, Tridico avrebbe accolto positivamente l’intento di “scoraggiare la Cig”: «Il presidente Conte ha voluto sapere tutto sulla Cassa integrazione, abbiamo fatto una analisi dettagliata sui numeri e sulle articolazioni della Cassa integrazione, ha voluto sapere i diversi step e le criticità che condividiamo tutti, che l’Istituto ha affrontato e che sono attenzionate», ha spiegato il Presidente Inps lasciando Palazzo Chigi, «Conte ha voluto sapere come eliminare le criticità».
TRIDICO CONVOCATO DA CONTE
Per discutere di cassa integrazione e di tutti gli altri dossier in mano all’Inps prima di possibili nuovi interventi del Governo per rifinanziare gli ammortizzatori sociali, il Presidente Pasquale Tridico è stato ricevuto questo pomeriggio a Palazzo Chigi dal Premier Giuseppe Conte. Come riporta l’Adnkronos, sul tavolo i tanti dossier legati a doppio filo con i provvedimenti varati dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19 ma più di tutti il ritardo ancora non completato appieno nel pagamento delle Cig agli italiani che già hanno fatto richiesta. Ebbene, uscendo dall’incontro il Presidente dell’istituto ha fatto sapere in una nota che fino ad oggi l’Inps ha pagato 5,8 milioni di prestazioni di cassa integrazione per circa 2,9 milioni di lavoratori. Nel controllo effettuato sui calcoli della scorsa settimana, restano ancora fuori dal percepimento dell’assegno dovuto 150mila beneficiari: «130mila di questi – si difende Tridico – sono domande di giugno». Il discorso è il medesimo fatto domenica scorsa nell’intervista a “In mezz’ora in più” dove aveva anche aggiunto «Le aziende possono anticipare’ la cassa integrazione ed è la regola sempre molto rispettata in passato, non è una novità. Anticipare la cassa integrazione è una regola, poi l’Inps paga».
CDX CONTRO IL CAPO DELL’INPS
Fino a oggi – rileva ancora Tridico – «sono 11 milioni le persone pagate, tra bonus e casse integrazione, per 15 miliardi di euro. Il governo ha deciso di coprire tutti quelli regolari ed è stato scoperto che conviene ai cittadini essere presenti negli archivi dell’Inps, e conosciuti dal fisco»: questo però non basta per essere al riparo delle polemiche e forse anche di questo oggi si è parlato nel tavolo con il Presidente del Consiglio. Ieri in Senato era stato il parlamentare di Forza Italia Maurizio Gasparri ad evidenziare il lavoro a suo dire «fallimentare» della nuova dirigenza Inps nel pieno dell’emergenza Covid-19: «Più di un milione di persone non hanno ancora visto un euro di cassa integrazione. E pensare che l’Inps aveva assicurato che al 12 giugno sarebbero stati pagati tutti. Tridico e la Catalfo a casa subito – tuona il senatore azzurro – Bugiardi, hanno mentito e hanno derubato i lavoratori che non hanno preso un euro».
Intervenendo poi ad Agorà lunedì scorso dopo le prime “giustificazioni” di Tridico in tv, era stato anche l’ex deputato FdI Guido Crosetto a presentare l’aspra critica al “sistema Inps”: «non sono così stupido da pensare che sia colpa di Tridico di tutto quanto detto e fatto dall’Inps, è l’ultimo arrivato. Ma almeno stia zitto e non accampi scuse scaricando la colpa su imprese e lavoratori “furbetti”: c’è gente qui che ancora non ha ricevuto i soldi per mangiare!».