E’ caccia alla sua ex badante poi divenuta la compagna di Libero Foti, l’anziano ucciso e ritrovato senza vita nel suo appartamento a Trieste. Una morte sospetta che ora lascia gli inquirenti dubitare proprio della donna ucraina scomparsa. Restano tanti gli interrogativi e i dettagli che non tornano. Gli investigatori si concentrano ora sulla ricerca di Elena, come si faceva chiamare da tutti la sua compagna. Sulla porta non ci sarebbero segni di effrazione, la serratura è intatta, per gli investigatori era chiusa dall’esterno. All’interno dell’abitazione tutto sarebbe stato molto ordinato e pulito, mentre la vittima sarebbe stata messa in due sacchi neri enormi. Chi conosce Elena dice che non può essere stara la compagna perchè sarebbe una donna molto debilitata. Qualcuno l’ha aiutata a occultare il cadavere? Come spiega l’inviata di Pomeriggio 5, inoltre, ci sarebbe un altro particolare: la donna che abita nel piano di sotto alle 5 del mattino avrebbe sentito Libero urlare aiuto ma anche dire “Elena, Elena aiutami!”, chi c’era nell’appartamento? Un altro vicino avrebbe visto Elena con un trolley sulla strada mentre attendeva un’auto sulla quale sarebbe andata via. A parlare ai microfoni del programma di Canale 5, un testimone che ha rivelato: “Era una persona molto cattiva, picchiava la sua convivente, era una vittima voleva far sess* a tre, era una persona molto depravata, la compagna era d’accordo per evitare ritorsioni”. Ed ancora, “Era una persona molto torbida, falsa, sapeva ben manipolare la gente, un incubo… la mia teoria è che la compagna sia stata aiutata da qualcuno ad uccidere Libero”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



AUTOPSIA AL VIA: CACCIA ALLA COMPAGNA

Nella giornata di ieri è stata disposta l’autopsia sul cadavere dell’anziano 75enne Libero Foti sgozzato ed ucciso a Trieste. L’esame potrà finalmente fare chiarezza sulle cause della sua morte. Intanto però, come riferisce Il Piccolo, gli inquirenti continuano a concentrare la loro attenzione proprio sulla compagna Olena Leri, scomparsa dopo la morte dell’uomo. Non è escluso che possa aver già fatto ritorno in Ucraina, il suo paese di origine. Il cerchio però si starebbe sempre più stringendo in merito alle ricerche avviate per fare luce su dove possa essere finita la donna. Secondo quanto riferito dai vicini, spiega RaiNews, la compagna della vittima non si è più fatta sentire né vedere in condominio da quando sono state sentite le urla di aiuto e gli spostamenti di mobili provenienti dall’appartamento nelle prime ore dello scorso 12 ottobre. Olena, 65 anni, potrebbe aver fatto ritorno nel suo Paese dove vive la figlia, nella città di Cherkasi. Dopo che i media si sono interessati a lei, ha nascosto tutte le informazioni visibili su Facebook. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



75ENNE IN UN SACCO, SI INDAGA SULLA COMPAGNA

Il mistero del delitto di Libero Foti ‘sbarca’ anche in tv a Pomeriggio 5 dopo che due giorni fa la macabra scoperta in un balcone di Trieste ha dato il via a indagini approfondite per cercare di capire chi e perché abbia ucciso quel 75enne che viveva nel suo appartamento Ater (casa popolare) in via del Veltro, nel rione di San Giacomo. A scoprire il cadavere è stata la vicina dopo aver notato del sangue che spuntava sul suo balcone e proveniva da quello dell’abitazione al piano di sopra: dato l’allarme, gli inquirenti hanno trovato il cadavere di Libero Foti in evidente stato di decomposizione da tempo chiuso in un sacco nero di nylon con la gola sgozzata. L’autopsia dovrà garantire al 100% cosa abbia ucciso il povero pensionato, ma al momento le ricerche si stanno concentrando sulla compagna dell’anziano triestino – Olena, donna 67enne di origini ucraine – che risulta irrintracciabile da giorni, da quando ha lasciato l’appartamento nel Rione di Trieste. Ieri pomeriggio, dopo i primi esiti della Scientifica, il procuratore capo Mastelloni ha parlato di «omicidio eseguito con modalità efferate», promettendo una rapida risoluzione del “mistero” nato a Trieste dalla notte di sabato scorso.



CADAVERE IN UN SACCO A TRIESTE: MISTERO SUL DELITTO FOTI

Libero Foti è stato sgozzato, ucciso, chiuso in un sacco e nascosto sul balcone per farlo trovare il più tardi possibile dagli inquirenti: per questo motivo il procuratore sospetta in primis della donna che fino a poco tempo fa viveva in casa con Libero e che, secondo i vicini, negli ultimi tempi aveva più volte manifestato insofferenza per la convivenza con urla e strepitii contro l’anziano pensionato. L’abitazione era in perfetto ordine e la porta non era stata forzata: per questo motivo si esclude che qualcuno possa aver fatto irruzione in casa, magari per un furto o una rapina. «I sospetti non possono che gravare sull’ucraina ex convincente, da giorni introvabile in tutta Trieste», spiega ancora il procuratore di Trieste. Nel frattempo l’inviata di Pomeriggio 5 racconta le ultimissime novità in merito: «c’erano state delle urne il 12 di ottobre la vicina di casa aveva sentito Libero gridare aiuto più volte, ma spesso avveniva che il signore urlasse e per questo non se ne preoccupò oltre». Inoltre, secondo i dati della scientifica, la permanenza del cadavere nel sacco sarebbe di circa due-tre settimane, esattamente il tempo da cui manca da Trieste l’ex convivente che aveva lasciato qualche giorno fa il suo compagno 75enne.