Semaforo verde per il Patto anti-inflazione, l’iniziativa voluta e concertata dal Governo con l’obiettivo dichiarato di ridurre il tasso di inflazione che grava sul carrello della spesa e tutelare il potere d’acquisto dei cittadini e delle famiglie attraverso l’introduzione di un paniere di prodotti di prima necessità proposti a prezzi calmierati nel trimestre compreso tra il primo ottobre al 31 dicembre. Un vero e proprio “paniere tricolore” che verrà messo a disposizione dei consumatori, nel rispetto della libertà d’impresa e delle diverse strategie di mercato, attraverso iniziative come prezzi fissi, promozioni, prodotti a marchio del distributore, carrelli a prezzo scontato o unico. Un paniere che secondo le stime di Assoutenti potrebbe avere una potenzialità di risparmio per le famiglie pari a circa 4 miliardi di euro nel trimestre di applicazione.
Il documento – annuncia il Mimit – è stato sottoscritto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, e dai rappresentanti di trentadue associazioni del Sistema Italia.
All’iniziativa hanno in particolare aderito unitariamente tutte le associazioni della distribuzione moderna, del commercio tradizionale, esercenti e cooperative, settore farmaceutico e parafarmaceutico (Federdistribuzione, Ancd – Conad, Ancc – Coop, Confcommercio, Fiesa – Confesercenti, Confcooperative – consumo e utenza, Confimprese, Federfarma, Assofarm, Farmacieunite, Federfardis, Mnlf, Culpi, Fnpi, Unaftisp).
“Con grande senso di responsabilità – si legge in una nota di Confesercenti -, il settore del commercio, che accoglie ogni giorno milioni di persone nei propri punti vendita, comprendendone le difficoltà di fronte all’aumento generalizzato dei prezzi, ha dato un riscontro immediato a questa iniziativa, come segnale concreto di aiuto alle famiglie. L’impegno sottoscritto rafforza lo sforzo che le imprese della distribuzione esprimono quotidianamente con soluzioni di convenienza e risparmio. In particolare, le ulteriori iniziative che saranno messe in campo riguarderanno beni di largo consumo e alimentari, prodotti per la casa e la persona; saranno realizzate con un potenziamento di offerta che ogni impresa definirà liberamente e saranno evidenziate dall’apposito logo messo a punto dal Ministero”.
Il Patto – nota ancora il Mimit – ha registrato anche la condivisione delle principali associazioni del mondo dell’industria alimentare e non (Federalimentare, Centromarca, IBC, Union alimentari Confapi, Unionfood, Assogiocattoli, Confimi industria), dell’artigianato (Cna, Confartigianato, Casartigiani), cooperative (Legacoop agroalimentare, Confcooperative–Fedagripesca) e mondo dell’agricoltura (Coldiretti, Confagricoltura, Filiera Italia, Copagri, CIA).
Dopo settimane di trattative, dunque, il mondo della trasformazione apre all’iniziativa dell’Esecutivo rendendosi disponibile a una sorta di “sostegno esterno”. Lo fa ben intendere un comunicato congiunto di Centromarca e IBC in cui le due associazioni confermano “il massimo supporto dell’Industria del Largo Consumo al contenimento delle tensioni inflative”, ribadendo che “coerentemente con gli impegni riassunti nella Lettera di Intenti condivisa con il Mimit lo scorso 15 settembre, sono pronte a dare ampia informazione alle industrie associate su ogni iniziativa sviluppata dal Ministero in merito alla lotta all’inflazione”. E ancora le stesse associazioni hanno anche confermato di essere disponibili a sostenere il Patto presso la propria base. “Centromarca e Ibc – rimarca Vittorio Cino, Direttore Generale delle due associazioni – hanno chiesto alle aziende associate di valutare, nel rispetto della libera concorrenza, della strategia di ciascuna impresa e su base volontaria, di sviluppare, limitatamente al periodo di riferimento ottobre/dicembre 2023, iniziative di politica commerciale tese a contribuire a contenere l’inflazione, su una selezione di prodotti determinati da ogni singola azienda, laddove sia ritenuto praticabile dal punto di vista della sostenibilità economica”.
Il documento non manca però di sollevare perplessità presso le associazioni dei consumatori. “Esistono ancora troppe incognite sull’accordo, dal ruolo dell’industria alla scontistica, passando per la composizione stessa del paniere – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi –. Proprio per verificare l’andamento dell’iniziativa, assieme agli altri membri della Commissione allerta rapida sui prezzi avevamo chiesto al presidente del Cncu Massimo Bitonci di convocare il Ministro Urso. Richiesta accolta, con l’incontro fissato il prossimo 4 ottobre, durante il quale ribadiremo la necessità di un attento monitoraggio sul paniere e l’adozione di ulteriori misure anti-inflazione. Nello specifico dell’accordo salva-spesa, vogliamo verificare la reale entità degli sconti praticati ai consumatori, le adesioni sul campo da parte di commercio e distribuzione e i vantaggi concreti per le famiglie”.
Il confronto tra le parti promette quindi di rappresentare uno strumento nevralgico per la corretta applicazione delle misure previste dal Patto e quindi per il successo dell’operazione. Ma non solo. Il dialogo sarà anche con buona probabilità l’arma da utilizzare per affrontare un non facile 2024. Lo suggeriscono Centromarca e IBC che non mancano di sottolineare il proprio apprezzamento per “la creazione di uno specifico tavolo di lavoro interministeriale dedicato al largo consumo, al quale dovrebbero essere rappresentate, oltre all’industria di trasformazione, tutte le componenti della filiera, dai fornitori di materie prime ai servizi energetici, dalla logistica, agli imballaggi, alla moderna distribuzione”. Uno strumento ben accolto, quindi, perché considerato “fondamentale – spiega Cino – per affrontare, in un’ottica complessiva, di medio e lungo periodo, le problematiche del settore. Ne trarranno vantaggio competitività ed efficienza, con riduzione dei costi di processo e benefici per il potere d’acquisto delle famiglie”.
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