Rimandato a settembre. Così si può riassumere, in estrema sintesi, l’esito della pagella data al Trimestre anti-inflazione, stando ai risultati del monitoraggio condotto da Altroconsumo che, al termine del primo mese di attività del progetto, ha rilevato i prezzi di 125 categorie di prodotto, le più rappresentative della spesa delle famiglie italiane, in 15 punti vendita di 8 catene (Conad, Eurospin, Esselunga, Il Gigante, Lidl, Panorama, Penny Market, Supercoop/Ipercoop) tra Roma e Milano, verificando quali tipologie sono state inserite nel carrello e quale sia l’andamento degli scontrini rispetto al passato e rispetto alla media degli altri prodotti della categoria, non coinvolti dall’iniziativa.
Stando dunque a questo monitoraggio, l’iniziativa concordata tra Governo, Grande distribuzione e produttori per offrire tra ottobre e dicembre 2023 un paniere di beni di largo consumo, fra cui molti beni alimentari, a prezzi ribassati, fatica a superare la prova: i numeri rilevati da Altroconsumo dicono che non ha generato sufficienti occasioni di risparmio in più rispetto al periodo precedente. E questo perché – è la conclusione della survey – nel frattempo, il numero delle altre classiche offerte della grande distribuzione si è ridotto in media del 36%.
Dal confronto tra i prodotti in offerta (carta fedeltà, prezzo basso sempre, promozioni a tempo e carrello tricolore) presenti nei punti vendita visitati a ottobre e il numero delle promozioni attive negli stessi negozi nel bimestre maggio-giugno, emerge infatti che il numero di referenze in promozione nel primo mese di azione del Trimestre anti-inflazione è aumentato solo dell’11%, passando da 1.860 a 2.069 prodotti. In altri termini, significa che a essere messe sotto la lente sono state 209 referenze in più. Ma – e qui sta il punto – i prodotti contrassegnati dal carrello tricolore erano ben 666. Un gap che si spiega – dice Altroconsumo – con la contrazione del numero delle altre tradizionali promozioni.
Ma non è tutto. Per verificare l’effettiva convenienza dell’operazione, Altroconsumo ha acceso i riflettori anche su un altro indicatore: la corrispondenza tra i prodotti del carrello tricolore e quelli che assicurano prezzi meno cari delle rispettive categorie. Scoprendo così che mediamente solo il 22% delle referenze coinvolte dall’iniziativa appartiene alla fascia più conveniente. E questo, letto nella prospettiva inversa, vuol dire che nel 78% dei casi sugli scaffali era presente un prodotto più economico, in grado di assicurare un risparmio maggiore rispetto a quello proposto dalle referenze che fanno parte del paniere anti-inflazione. Senza contare che l’iniziativa pare avere un raggio di azione piuttosto limitato: in media – rileva Altroconsumo – solo 24 categorie di prodotto beneficiano degli sconti del carrello. E tra queste non compaiono referenze importanti come olio, acqua minerale in bottiglia e soprattutto il variegato mondo del fresco, che spazia dalla verdura alla carne, passando per il pesce.
“Le nostre rilevazioni sul campo mostrano ancora una scarsa possibilità di risparmio per le famiglie” dichiara Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo, secondo cui quanto fatto è “troppo poco per costituire un reale supporto alla spesa degli italiani e certamente non sufficiente per determinare effetti miracolistici di abbattimento dell’inflazione generale, come recentemente affermato dal Ministro Urso. Gli indici Istat, pur in calo grazie principalmente agli energetici, restano ancora alti ad ottobre e le famiglie rischiano di non vedere effetti positivi ancora per settimane”.
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