I nuovi dati sui casi di Coronavirus in Lombardia e in particolar modo a Milano fanno ancora tremare: sono +4.125 in tutta la Regione e ora la paura cresce soprattutto per i positivi nella sola città di Milano. Anche per tale ragione, il direttore generale dell’assessorato al Welfare della Lombardia, Marco Trivelli, intervistato da RaiNews24, non ha escluso un possibile lockdown del capoluogo lombardo in caso di ulteriore peggioramento della curva dei contagi. “Una zona rossa a Milano? Non la escludo”, ha ammesso. Stando alle parole di Trivelli, “sicuramente Milano per i numeri che ha adesso, il tipo di urbanizzazione e altri fenomeni semplici da comprendere è da guardare con grandissima attenzione” e quindi “non è da escludere nessuna misura”. Trivelli spiega che si tratterebbe di “provvedimenti che sono sempre a metà tra le indicazioni tecniche e la scelta politica perché hanno un impatto che va oltre la sfera sanitaria”. Il Coronavirus negli ultimi mesi si è diffuso in ogni zona del Paese ed in questo momento, ha proseguito, il pericolo di una crescita molto più ampia di un semplice focolaio purtroppo c’è, anche per la città di Milano.
ZONA ROSSA A MILANO? LE IPOTESI
Da questo giovedì 22 ottobre scatta ufficialmente in Lombardia il coprifuoco dalle 23 alle 5 fino al 13 novembre. Per questo è tornata l’autocertificazione con multe salate previste per i trasgressori. Sulla possibile zona rossa a Milano si era espresso oggi anche la sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa che però, su tale ipotesi, aveva detto: “Non ci sono le condizioni”. “Ritengo che al momento Milano non possa essere dichiarata “zona rossa” e so che il Sindaco Sala sta monitorando costantemente e con rigore lo stato della città”. Sulla possibilità che a Milano venga istituita una zona rossa si è espresso anche il virologo dell’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco che ha aggiunto: “L’istituzione di una zona rossa va considerata come ultima ratio. Ma se il quadro epidemiologico dovesse peggiorare ulteriormente e la curva non si invertisse, anche quella sarebbe una possibilità da valutare”. Ed a suo dire, potrebbe riguardare non solo il capoluogo lombardo ma anche altre province come Monza e Brianza.