Il Regno Unito ha proposto un disegno di legge per vietare l’importazione dei trofei di caccia dall’Africa ma la proposta non ha trovato l’accordo di alcuni leader delle comunità locali, che hanno criticato fortemente la campagna promossa dal ministro dell’Ambiente e rilanciata da tantissimi personaggi famosi L’obiettivo del Governo britannico è quello di vietare l’importazione dei trofei di caccia entro l’attuale legislatura, in modo da conservare le specie più a rischio. In Africa, però, gli scienziati, gli ambientalisti e i leader locali sono contrari in quanto il disegno di legge rimuoverebbe gli incentivi finanziari per proteggere gli animali selvatici senza fornire una valida alternativa.
Sostenuto da celebrità tra cui Joanna Lumley e Ed Sheeran, lo scopo della legge inglese è in primo luogo quella di impedire ai cittadini britannici di uccidere animali in via di estinzione. Con tale legge, la Gran Bretagna si pone in linea con paesi come Stati Uniti, Australia e Francia. I leader africani si sono però detti costernati di non essere stati consultati dai ministri sul disegno di legge presentato dal deputato conservatore Henry Smith. Gli alti commissari dei Paesi hanno scritto ad Andrew Mitchell, ministro per lo sviluppo e l’Africa, esprimendo le loro preoccupazioni in una lettera resa pubblica dal Times. Hanno scritto: “Questo disegno di legge ha la probabilità di invertire e inibire gli sforzi di conservazione sostenibili e consolidati in molte nazioni africane”.
Le proteste dei leader africani
Come riporta il Daily Mail, nella loro lettera al signor Mitchell, i rappresentanti hanno affermato che il disegno di legge sembrava “un altro modo per ricolonizzare l’Africa“. I leader hanno esortato i ministri a visitare l’Africa e a consultarsi con loro “invece di ascoltare gli attivisti per i diritti degli animali che non hanno conoscenza ed esperienza di convivenza con animali selvatici”. Nonostante ciò, Mitchell ha affermato che il divieto di importazione era “forte” e “ben ponderato”. “Per finanziare questi costi operativi, gran parte del reddito proviene dalla caccia ai trofei, che viene effettuata in modo etico ed è supportata da sistemi di monitoraggio scientifico come il sistema Event Book, pattugliamenti su rotte fisse e conteggi annuali delle zone umide e della selvaggina aerea. Va sottolineato che queste attività si svolgono su terreni agricoli comuni, dove coltiviamo bestiame, raccolti e fauna selvatica, non parchi nazionali” hanno spiegato i firmatari.
Anche la Camera dell’Ambiente della Namibia, che rappresenta 70 gruppi ambientalisti, ha scritto a Mitchell a favore di una caccia etica. Come si legge, i sostenitori del disegno di legge “non vivono con una megafauna difficile e pericolosa” e spiegano che un approccio “paternalistico, arrogante e disinformato” rischia di spingere i paesi africani a “guardare verso est” per partnership e mercati con Cina e Russia.