«Sono offeso nella mia dignità – spiega al Don Lino, il parroco multato di Soncino al Corriere –. Ho ottant’anni, celebro da più di cinquanta e non sono mai stato trattato così: già durante l’omelia ho visto i carabinieri entrare, mi hanno interrotto al momento della consacrazione senza alcun rispetto»; nei giorni dopo il video divenuto virale con i carabinieri che interrompono il funerale, il prete si sfoga con i giornali per quanto avvenuto durante la celebrazione per altro intima e senza affollamenti come invece qualcuno ha riportato nelle cronache convulse e poco attente dei fatti. «Il decreto ministeriale non proibisce le celebrazioni, basta che non ci sia affollamento. Eravamo in quattordici, distanziati e con mascherine e guanti, tutti che hanno avuto dei lutti nei giorni corsi. Celebravo la messa anche in ricordo dei loro cari. L’ho fatto anche a Pasqua», ribadisce Don Lino Viola ai colleghi del CorSera.
Hanno tentato di far desistere il sacerdote nell’interrompersi dicendo che sarebbe stato multato, ma lui ha insistito: «la parrocchia la pagherà, anche se non ho violato nessuna regola». In merito al comportamento dei carabinieri, Don Lino conclude «Avrebbero dovuto lasciarmi finire la funzione e poi ne avremmo parlato. Invece mi hanno fatto chiamare persino dalla domestica. Stiamo dando i numeri. Come si permettono? La mia Chiesa è aperta tutti i giorni. Sono nel giusto, e domenica prossima tornerò a celebrare». (agg. di Niccolò Magnani)
CARABINIERI INTERROMPONO IL FUNERALE
Con il Coronavirus che imperversa nel mondo e anche nella nostra Italia, secondo Paese del globo per vittime e terzo per numero di contagi, anche le abitudini connesse alla sfera religiosa hanno dovuto subìre una profonda revisione e rendersi soggette alle norme restrittive varate dal Governo. In queste ore, da Soncino (Cremona), è rimbalzata la notizia della celebrazione di un funerale in chiesa, con annessa multa per il prete che stava celebrando la funzione. Il motivo? Troppa gente all’interno del luogo di culto. Alla messa d’addio a una delle vittime del Covid-19, officiata presso la chiesa situata in frazione Gallignano, i carabinieri hanno “sorpreso” tredici persone: oltre al parroco, erano presenti sei assistenti e sei persone sedute fra i banchi. Un quantitativo giudicato eccessivo dai militari, i quali, applicando la legge, hanno rilevato a loro giudizio una violazione del decreto della Presidenza del Consiglio dei MInistri in materia di emergenza sanitaria, consegnando al sacerdote un verbale da 280 euro.
TROPPA GENTE AL FUNERALE IN CHIESA, PARROCO MULTATO: “DOVE SIAMO, NELLA RUSSIA SOVIETICA?”
Una sanzione che non è proprio andata giù a don Lino Viola, il religioso che stava celebrando il rito funebre, non soltanto perché (a suo dire) le misure contenitive sono state rispettate alla lettera (banchi distanziati e mascherine e guanti indossati da tutti i presenti), ma anche per le modalità con le quali le forze dell’ordine hanno fatto il loro ingresso in chiesa, interrompendo in maniera decisamente poco ortodossa la messa di commiato al defunto. Il prete, intercettato dall’ANSA, ha asserito: “È rispetto questo? Un carabiniere che interrompe una messa arrivando sull’altare? In una chiesa di 350 metri quadrati con dentro 13 persone, sei delle quali piangono un defunto? Dove siamo, nella Russia sovietica?”. Uno sfogo duro, al quale fanno seguito ulteriori dichiarazioni: “Per adesso non pago. Prima scriverò al Prefetto, perché le modalità usate dai carabinieri sono inaccettabili e si deve sapere. Tra l’altro, c’è un filmato che documenta tutti i fatti sul web”. Anche il sindaco del paese è stato messo al corrente di quanto verificatosi.