L’Inghilterra, ancora una volta, dà l’esempio: dal 6 febbraio 2021, in Premier League, il massimo campionato calcistico britannico, saranno ammesse 7 sostituzioni a partita. Una decisione a sua modo storica quella assunta dalla FA (Football Association): “È il frutto di una serie di consultazioni dell’Ifab con vari stakeholder e delle raccomandazioni fatte dai loro gruppi di esperti”, hanno commentato i vertici federali. A cosa si riferiscono? Al rischio di commozioni cerebrali.



In particolare, la FA ha chiarito che qualsiasi giocatore venga colpito alla testa debba essere sostituito, precisando che, se l’arbitro ferma il gioco per un eventuale impatto al capo, lo staff medico della società è tenuto a fare immediatamente il proprio ingresso in campo per fornire le prime cure all’atleta, mentre un altro sanitario, nel tunnel degli spogliatoi, riguarderà in tempo reale il momento dell’infortunio su un monitor per valutarne al meglio l’entità. L’équipe sanitaria del club avrà a disposizione tutto il tempo necessario per osservare dal vivo il calciatore e, in presenza di sintomi e giramenti di testa, l’allenatore dovrà obbligatoriamente operare il cambio.



7 SOSTITUZIONI IN PREMIER LEAGUE: BOBBY CHARLTON E I SUOI “FRATELLI”

La decisione di introdurre 7 sostituzioni a partita in Premier League per scongiurare il rischio di patologie neurodegenerative legate a commozioni cerebrali rimediate in seguito a violenti contrasti di gioco è connessa a uno studio proveniente direttamente dalla Scozia e che vede un numero considerevole di ex calciatori inglesi avere sviluppato malattie croniche in seguito a traumi commotivi, emerse in particolare con l’incedere degli anni. Il Ceo della Premier League, Mark Bullingham, ha puntualizzato: “Abbiamo effettuato questa scelta perché, dal nostro punto, di vista fare così è più sicuro ed è ciò che ci hanno consigliato i nostri esperti medici”. Del resto, la storia del football d’Oltremanica è piena di casi di questo tipo, dal leggendario Bobby Charlton sino a Nobby Stiles, che in vecchiaia hanno sviluppato forme di demenza riconducibili, secondo fonti mediche, alle commozioni cerebrali rimediate nel corso delle loro carriere sul manto erboso. Resta da capire, adesso, se altri campionati e altre federazioni agiranno come FA e Premier League.

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