La popolazione del Giappone fa i conti con il fenomeno dell’invecchiamento generale e con la denatalità, non è una novità per il paese con uno dei tassi più alti di longevità al mondo, ma stavolta quello che fa discutere è la scioccante proposta di un professore, assistente di economia dell’università di Yale, Yusuke Narita, che ha suggerito il suicidio di massa rituale, un “seppuku” come quello degli antichi samurai, per tutti gli anziani, come soluzione per risollevare lo stato del welfare e rilanciare una società più giovane.



Il caso è stato sollevato dal New York Times, e la notizia ha fatto subito il giro del mondo, con commenti di sdegno da parte di tutta l’opinione pubblica. Il professor Narita non è nuovo a questo tipo di suggerimenti e posizioni estreme, anzi, si è negli anni guadagnato moltissimi followers su twitter proprio grazie alle sue teorie provocatrici. Prima di aver invocato il suicidio rituale per gli anziani, aveva già esposto alcune sue ipotesi in merito ai benefici economici di introdurre in futuro l’eutanasia obbligatoria per i malati.



Il problema degli anziani in Giappone e l’alto tasso di suicidi giovanili

Il problema dell’anzianità in Giappone sta rappresentando un grande costo per le casse statali che devono fare i conti con l’assistenza e le pensioni degli over 65, che rappresentano il 30% di tutti gli abitanti. Nel frattempo cresce anche il fenomeno della denatalità. I giovani non hanno più le stesse possibilità di fare carriera che avevano in passato, perchè molti lavoratori rifiutano di ritirarsi e continuano l’attività anche in età pensionabile. Questo secondo il professor Narita, potrebbe essere risolto attuando il suicidio rituale, il “Seppuku” come quello dei Samurai che sceglievano la morte piuttosto che il disonore in vita.



L’argomento ha fatto molto discutere, anche perchè il Giappone fa da molto tempo i conti con un altissimo tasso di suicidi, che si verificano però più di frequente tra i giovanissimi arrivando ad una cifra record che nel 2022 ha toccato la media di un morto ogni 15 minuti. Le controverse e scioccanti teorie del professore di Yale, potrebbero oltre che suscitare polemiche, anche provocare l’effetto inverso e contribuire a generare un sentimento di odio e disprezzo nei confronti delle classi più deboli. Il timore è che si possa verificare una situazione sociale come quella che nel 1948 portò al consenso sulla sterilizzazione forzata delle persone malate di mente o con problemi ereditari, considerate “geneticamente inferiori“.