Oggi quasi la metà delle famiglie sono con figli unici: ma come se la passano gli stessi? Secondo uno studio americano i figli unici arrivano all’adolescenza con maggiori capacità cognitive. Se ne è parlato stamane negli studi di Uno Mattina in Famiglia: “Bisognerebbe leggere questo studio – racconta Simone Pollo, filosofo – ma avrei qualche dubbio visto che noi essere umani abbiamo bisogno di relazioni sociali e anche quelle con fratelli e sorelle aiutano le competenze cognitive, quindi avrei qualche dubbio”. Sulla sindrome del figlio unico, l’essere egoisti e poco empatici, il filosofo precisa: “Credo che sia un luogo comune, dubito ci sia una regola standard, dipende molto dal tipo di famiglia in cui si cresce, dalle esperienze, non credo che ci sia una ricetta unica sui figli unici, penso che questa sindrome sia difficile”.
L’avvocata Alessandra Cagnazzo, esperta di vicende giuridiche famigliari e mamma di due figlie, ha aggiunto: “La fratellanza? Non si perde nei figli unici, è un sentimento che si può provare o desiderare di provare, la tendenza a riprodurre o trovare un rapporto che sia simile a quello che esiste fra due fratelli, un rapporto di profonda condivisione, un rapporto che si basa sulla sincerità, che si condivide fra persone che hanno vissuto l’infanzia insieme. Si ha il desiderio di trovare anche nelle relazioni esterne qualcosa che ricordi fratellanza o sorellanza, è un bel sentimento”.
FIGLI UNICI E DENATALITA’: “NON E’ SOLO UNA QUESTIONE ECONOMICA”
Ma fare uno o più figli è solo una questione economica? “Non credo – precisa la dottoressa – ci sono una serie di fattori, quelli economici certamente influiscono ma ci sono anche altri fattori come ad esempio difficoltà nelle persone a portare avanti progetti a lungo termine, molto spesso ci sono famiglie con un solo figlio perchè poi i genitori si sono separati, non è stata una scelta fatta a monte ma una conseguenza legata alla precarietà dei legami”.
Il professor Pollo sull’argomento ha aggiunto: “Ci sono anche altri fattori, le condizioni sociali e della politica della famiglia. Pensiamo alle questioni legate all’adozione, tutte le reti sociali che potrebbero favorire le famiglie… c’è un’accoglienza generale rispetto alla possibilità di fare figli che in Italia non è il massimo”.
FIGLI UNICI E DENATALITA’: “IL PROBLEMA DEVE ESSERE VISTO A LIVELLO GLOBALE”
E ancora: “Dove cresce istruzione e accesso delle donne al mondo del lavoro, diminuisce la natalità in una prima fase. Noi ne facciamo pochi di figli ma ci sono posti in cui i figli si fanno. Il problema della natalità andrebbe visto come dimensione globale e non pensare solo ai nostri confini. Il problema della natalità riguarda anche questioni ecologiche che noi stiamo affrontando”. Tornando ai figili unici, quanto valgono le relazioni parentali di zii e nipoti? “Sembrano sparire una serie di figure, ma quelli che un tempo erano gli zii oggi possono essere amici intimi, o i cugini possono diventare i figli degli amici”.
La dottoressa Cagnazzo ha però precisato: “Zii e cugini sono state figure molto presenti nella mia vita, se c’è oggi una coppia genitoriale in crisi che non può prendersi cura dei propri figli, ciò che andiamo a ricercare è l’esistenza di affetti che possono essere i nonni, ma non sempre, quindi si cercano gli zii cercando di capire se abbiano avuto un ruolo importante nella crescita dei bimbi e difficilmente sostituibili”.