Lo scarso rendimento scolastico e i troppi panini mangiati hanno fatto sì che una bimba di Bari venisse tolta alla madre dal giudice e affidata al padre “con declaratoria di decadenza della responsabilità genitoriale” della mamma e sospensione temporanea dei rapporti madre-figlia “fino al pieno recupero da parte della donna delle proprie capacità genitoriali attraverso un percorso di sostegno psicologico”. Questa è, in estrema sintesi, la vicenda di cronaca che giunge dalla Puglia, per la cui comprensione globale è necessario effettuare un passo indietro.



Come sottolinea “Il Messaggero”, il tribunale ha disposto l’affidamento super esclusivo della figlia al padre e la madre avrà adesso dieci giorni di tempo per lasciare casa e salutare sua figlia, portando con sé esclusivamente gli effetti personali e versando un assegno al marito per il mantenimento della piccola. Una sentenza a cui si è giunti a seguito di una causa di divorzio protrattasi per più di tre anni e avviata dal ricorso dell’uomo, che affermava di non poter vedere la figlia “se non per pochissimi minuti e solo grazie agli insegnanti della piccola prima dell’uscita da scuola, a causa del perdurante, palese ostruzionismo della ex moglie”. A detta dei giudici, in un primo momento la bimba aveva dimostrato un sincero slancio affettivo e la gioia di incontrare suo padre, poiaveva mutato radicalmente atteggiamento, assumendo comportamenti ingiustificatamente e immotivatamente oppositivi al genitore oltre che agli stessi operatori dei servizi, utilizzando un linguaggio adultizzato non consono alla sua età, conseguenza dei suggerimenti della madre”.



TROPPI PANINI E SCARSO RENDIMENTO A SCUOLA: TRIBUNALE TOGLIE BIMBA ALLA MADRE

In virtù di questo, aggiunge “Il Messaggero”, il tribunale ha dichiarato l’assoluta inidoneità della madre a rendersi affidataria in condiviso della minore. Si legge nella sentenza: “Non può essere trascurata la gravissima circostanza che ha indotto la figlia a rifiutare la figura paterna […]. La donna si è rivelata del tutto insofferente all’osservanza delle prescrizioni dettate dai servizi sociali per gestire gli incontri padre-figlia […] e non è mai intervenuta in maniera assertiva, sincera e collaborativa per il bene della figlia, trascurando di mettere al centro del suo agire il benessere della figlia”.



I troppi panini mangiati dalla bimba al fast food, presso cui la madre la accompagnava sistematicamente, hanno sottoposto la minore “a una dieta alimentare non consona alla sua età, che ne ha determinato la condizione di evidente obesità, esponendola a gravi rischi per la sua salute”. La donna, inoltre, “ha dimostrato di non essere in grado di aiutarla e assisterla adeguatamente durante il percorso di studi, se è vero che la bambina presenta un rendimento scolastico lacunoso che va immediatamente recuperato attraverso il cambio del collocamento e dell’affidamento”.