Gli studenti del liceo Machiavelli Capponi di Firenze hanno deciso di occupare lo stesso istituto in quanto sotto stress per le troppe valutazioni da parte degli insegnanti. Le lezioni sono state quindi sospese e il ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini, ha commentato via Instagram: “Occupare il liceo perché le troppe valutazioni fanno venire gli attacchi di panico? Ditemi che è uno scherzo…”. E invece è tutto vero e gli occupanti hanno diffuso un documento via social in cui si legge: «Sia dal punto di vista fisico che psicologico il benessere degli studenti e delle studentesse viene continuamente messo in secondo piano. Vogliamo – aggiungono – che venga imposto un tetto massimo alle valutazioni che riceviamo».



Gli studenti denunciano: «Persone che hanno attacchi di panico a scuola e sono costrette a stare nei bagni o nei corridoi. Questi episodi non sono da attribuire a delle fragilità personali ma alla struttura del sistema scolastico. La competizione e la pressione data dalle valutazioni genera in noi un malessere totalizzante». I giovani del liceo Macchiavelli di Firenze hanno richiesto delle infermerie attrezzate: «Ad inizio anno le infermieri di entrambi i plessi erano inesistenti. Ad oggi sono aperte solo al rinuccino, ma prive di attrezzature adeguate. Pertanto richiediamo un investimento per garantire un’adeguata e idonea assistenza nel momento del bisogno».



TROPPE VALUTAZIONI, STUDENTI OCCUPANO LA SCUOLA: L’OCCUPAZIONE DALL’11 DICEMBRE

L’occupazione dell’istituto è scattata l’11 dicembre scorso, motivata così dagli studenti del liceo fiorentino: “stanchi di non essere ascoltati dalla nuova dirigente, Filomena Lanza”, abbiamo deciso di “riunirci comunque in assemblea, durante la quale la maggioranza ha votato per l’occupazione”.

E l’occupazione potrebbe durare fino alla fine dell’anno: “Andremo avanti a oltranza, finchè non si aprirà un tavolo di trattative con la preside – dicono ancora gli occupanti -. Non è possibile che la scuola sia esclusivamente basata sulle nozioni e sulle valutazioni. Non c’è alcuno spazio per lo sviluppo reale della persona. E noi vogliamo essere ascoltati. Finché non avremo delle promesse nero su bianco andremo avanti con la nostra protesta”.