TRAGEDIA IN LIBANO, MORTO L’AUTISTA LOCALE DELLA TROUPE TG3 RAI: LE LACRIME DI LUCIA GORACCI
Un uomo è morto in Libano mentre da autista locale stava trasportando la troupe del Tg3 Rai con la giornalista Lucia Goracci: a darne notizia la stessa inviata di guerra, in lacrime, nel servizio in onda con il telegiornale di mezzogiorno. Prima un uomo armato e poi un gruppo di persone che aizzavano all’attacco hanno circondato la troupe Tg3 che stava svolgendo un servizio nell’area a Sud, vicino Sidone: dopo la comunicazione della fixer (il ruolo fondamentale di sostegno ai giornalisti inviati di guerra, che aiuta nel girare i luoghi oltre che organizzare interventiste e traduzioni) ad Hezbollah, la sigla terroristica filo-Iran che controlla quell’area, sembrava filare tutto liscio il servizio da preparare nelle ore caldissime dell’avanzata via terra delle truppe di Israele per porre fine al movimento sciita finanziato da Teheran.
Purtroppo la tragedia era dietro l’angolo, come racconta ancora sotto choc la giornalista Rai da anni impegnata nei vari teatri di guerra in Medio Oriente: assieme all’operatore Marco Nicois, all’interprete e alla fixer locali, l’autista Ahmad – che da anni lavora con l’ufficio Rai di Beirut e Gerusalemme – sono stati tutti sorpresi dall’aggressione di un solo uomo inizialmente. Alle 9 di stamane, la troupe si era mossa verso Sidone con riprese anche a Jiyeh: «Stavamo lavorando senza problemi, la gente ci parlava. Poi è spuntato un uomo, è andato verso Nicois tentando di strappargli la telecamera», racconta Lucia Goracci in lacrime.
FIXER AVEVA SEGNALATO A HEZBOLLAH LA PRESENZA DELLA TROUPE IN LIBANO: COS’È SUCCESSO (PER QUELLO CHE SAPPIAMO FINORA)
Poche ore prima la stringer locale aveva segnalato al gruppo di milizie Hezbollah locali della presenza di una troupe di giornalisti italiani del Tg3 e si pensava così di avere via libera senza alcun ostacolo alle riprese: così inizialmente è stato, salvo l’arrivo di un uomo molto aggressivo che ha tentato di interrompere il lavoro della squadra Rai. «Siamo tornati in auto pronti ad allontanarci in fretta, ma sono arrivati altri uomini che hanno preso a spintonare noi e l’auto», ha detto ancora Lucia Goracci nel servizio Tg3 andato in onda nell’edizione del pranzo.
Il primo uomo che aveva aggredito la troupe, aizzato dalla folla (anche se alcuni cercavano anche di fermarlo, ndr), ha preso una grossa pietra per tirarla addosso all’auto di Goracci, Nicois e dell’autista Ahmad. In un primo momento sono riusciti ad allontanarsi, ma la persona che li aveva prima aggrediti li ha inseguiti in moto arrivando all’impatto vicino ad un benzinaio a Ghazieh: «ha strappato le chiavi ad Ahmad, ha tentato di rompere la telecamera di Marco entrando dai finestrini aperti». Nessuno ha aiutato la troupe del Tg3 ed allora è stato l’autista a scendere e tentare di tranquillizzare gli animi, chiedendo al misterioso uomo di riconsegnare le chiavi precedentemente strappate: ma è purtroppo in quel momento che Ahmad si accascia, lamentando un forte dolore al petto. Inutile il trasferimento immediato nell’ospedale vicino, l’ambulanza è stata anche solerte ma l’ausita è morto di infarto dopo lunghi tentativi di rianimazione (così hanno riportato i medici alla stessa Lucia Goracci, rimasto sotto choc sempre vicino al suo collaboratore). Era un uomo buono e tranquillo, racconta alla fine la giornalista in lacrime per la morte di Ahmad: «Non abbiamo parole per descriverne la profondità umana e la dolcezza».