Una notizia terribile, l’ennesima, giunge dall’Ucraina e riguarda il piccolo Sasha (nome completo Alexander Zdanovich Yahno), bambino di quattro anni sparito da circa un mese e trovato morto nelle scorse ore. Per settimane era stato cercato in tutta la regione di Kiev senza risultati e soltanto in queste ore si è saputo che il bimbo ha perso la vita mentre i russi sparavano alla barca con la quale lui e sua nonna (deceduta anche lei) stavano tentando di fuggire, alla ricerca di una tranquillità che è stata loro negata.
Come scrive il “Corriere della Sera”, “chi ha trovato il suo corpo dice che lui è stato colpito dal fuoco dei soldati russi”. La drammatica indiscrezione su Sasha è stata confermata da Inna Sovsun, ministro dell’Istruzione del parlamento ucraino e, in seguito, dalla mamma della giovanissima vittima, Anna Yahno, che ha affidato a Instagram il seguente pensiero: “Oggi abbiamo trovato il corpo di Sashenka. Ringrazio chi ha aiutato nella ricerca, ringrazio tutti per le preghiere e la fede, grazie per il sostegno. Sashenka, il nostro angioletto è già in cielo. Oggi la sua anima ha trovato pace”.
MORTO SASHA, BAMBINO UCRAINO DI 4 ANNI: UCCISO DAI MILITARI RUSSI
Per alcune settimane c’è stata una vera e propria mobilitazione per rintracciare Sasha, con alcuni vip ucraini che hanno deciso di unirsi alle operazioni di ricerca. Il “Corriere della Sera” rammenta che il bambino abitava con la sua famiglia a Vychhorod, cittadina di 25mila abitanti alla periferia di Kiev. “All’arrivo dei militari russi – si legge nel servizio –, la nonna e altri otto abitanti del quartiere avevano deciso di fuggire in tutta fretta, approfittando di una piccola barca. Dopo la tragedia, Anna Yakhno, la mamma di Sasha, non aveva perso la speranza e per quasi un mese aveva lanciato appelli sui social, appelli che erano stati condivisi decine di migliaia di volte”.
Ricordiamo che, a detta di “Child Focus”, Sasha su quell’imbarcazione era l’unico a indossare un giubbotto di salvataggio. Per giorni e giorni è stata così coltivata la speranza che non fosse morto e che fosse stato preso da altri profughi ucraini per non lasciarlo solo.