La notizia della morte di Bernie Madoff ha riportato a galla la vicenda della truffa, una delle più grandi della storia, per la quale stava scontando una condanna a 150 anni di carcere. Per quella frode, di cui si dichiarò colpevole nel 2009, colpì fino a 37mila persone in 136 Paesi nell’arco di quattro decenni, fino alla fine del 2008. “Nessun altro caso di frode è comparabile col caso Madoff”, disse il giudice Denny Chin. Dei circa 17,5 miliardi di dollari che erano stati investiti nell’attività fraudolenta di Madoff furono recuperati più di 13 miliardi di dollari. Tra le vittime anche personaggi famosi come il regista Steven Spielberg, l’attore Kevin Bacon e il premio Nobel per la Pace Elie Weisel. Il giorno prima di essere arrestato Bernie Madoff confessò ai figli Mark e Andrew che la Bernard L. Madoff Investment Securities, società di brokeraggio e consulenza, si basava solo su un gigantesco “schema Ponzi”, che deve il suo nome ad un italiano che agli inizi del ‘900 promise in maniera fraudolenta agli investitori alti guadagni, pagando però gli interessi maturati con i soldi dei nuovi investitori.
Nel caso di Bernie Madoff, era facile finire nella sua rete, visto che a differenza degli altri “hedge fund” non vantava profitti del 20-30%, ma si attestava su un rendimento del 10% annuo, che risultava più credibile. Inoltre, il rendimento era costante, nonostante l’andamento del mercato.
COME FUNZIONA LA TRUFFA DI MADOFF
Le vittime cadevano nella trappola proprio perché pensavano che quel rendimento fosse una specie di garanzia: rinunciando ad alti rendimenti, pensavano di minimizzare i rischi. C’era quindi l’idea che fosse un investimento sicuro, che Bernie Madoff seppe rafforzare comportandosi come colui che doveva essere pregato per accettare i risparmi di qualcuno. Chi voleva entrare tra i suoi investitori doveva conoscere qualcuno che lo conosceva. Gli agenti avevano il compito di setacciare i country club, circoli di golf e altri ritrovi per ricchi con l’obiettivo di individuare nuovi potenziali investitori da avvicinare. Molti nutrivano sospetti sulla bontà di quel sistema, ma nessuno riusciva a capire cosa c’era dietro. La truffa di Bernie Madoff venne a galla quando i rimborsi richiesti superavano i nuovi investimenti.
Le somme non venivano investite, ma finivano su un conto corrente della Chase Manhattan Bank, da cui lo stesso finanziare prelevava soldi quando i clienti chiedevano la restituzione dell’investimento o i dividendi. Le richieste di disinvestimento raggiunsero circa 7 miliardi di dollari, una somma che il finanziere non fu più in grado di onorare.