TRUMP LANCIA LA SFIDA PER LA STABILITÀ INTERNAZIONALE

La retromarcia di Donald Trump sull’aborto e l’annuncio sull’intenzione di dare totale copertura assicurativa alle donne che praticano la fecondazione in vitro sono i temi che si sono presi la scena dopo l’intervento in Wisconsin, ma non i più importanti e delicati che ha affrontato il candidati repubblicano. Infatti, durante il suo intervento al municipio di La Crosse ha svelato qual è la sfida più grande per gli Stati Uniti è la comunità internazionale: prevenire una guerra nucleare nel prossimo futuro.



«Secondo me, il problema più grande che ha il nostro Paese, il problema più grande che ha il mondo, sono le armi nucleari. Si tratta di un cambiamento climatico, ma di un tipo diverso di cambiamento climatico. Si chiama riscaldamento globale nucleare… Le armi nucleari sono una forza distruttiva, del tipo che nessuno ha mai visto prima, e dobbiamo assicurarci che non vengano mai usate», il monito dell’ex presidente Usa che sfida Kamala Harris per tornare alla Casa Bianca.



Trump ha dichiarato giovedì che sarebbe in grado di dare un contributo importante per mantenere la stabilità nel mondo, mantenendo aperte le linee di comunicazione con tutti: «Potrei farlo con le telefonate, essendo intelligente». Inoltre, ha ricordato che gli Stati Uniti e la Russia sono le maggiori potenze nucleari, ma si aspetta che la Cina raggiunga il suo livello in circa cinque anni, quando costruirà il suo arsenale nucleare.

DA ORBAN ALLA RETROMARCIA SUL REFERENDUM IN FLORIDA

Sempre a proposito di politica estera, Donald Trump ha elogiato Viktor Orban, il primo ministro dell’Ungheria: «È un leader molto forte. Recentemente gli hanno chiesto qual è il problema del mondo e lui ha risposto: “Dovete riportare Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Non ci saranno problemi. Da solo ha mantenuto le cose”. Ed è vero, e potrei farlo con le telefonate essendo intelligente, ma letteralmente, ha detto che dovete riportare Trump indietro».



Invece, le sue posizioni sull’aborto sono state al centro di un caso perché, dopo una veloce retromarcia, ha annunciato a Fox News che voterà contro il referendum in Florida per codificare nella costituzione i diritti d’aborto, eliminando l’attuale divieto statale di aborto dopo sei settimane, mentre ieri a Nbc aveva dichiarato che a suo avviso sei settimane sono troppo poche, lasciando intendere che avrebbe votato a favore del referendum. «Penso che sia necessario un tempo più lungo di sei settimane, ma credo anche che l’emendamento proposto sia troppo permissivo, quindi voterò no per questa ragione», la spiegazione data dal tycoon.