Solo qualche giorno dopo lo scontro a distanza tra il Presidente Usa e il n.1 della Bce (sul tema caldo dell’inflazione), Donald Trump torna a parlare di Mario Draghi ma in tono e contenuto diametralmente opposto: lanciando un durissimo attacco al capo della Fed (Federal Reserve, la Banca centrale americana, ndr) Jerome Powell, il n.1 della Casa Bianca esclama in una intervista alla Fox «gli Stati Uniti dovrebbero avere Mario Draghi al posto della persona che abbiamo» alla guida della Banca Centrale americana. Secondo Trump, l’operato di Powell è tutt’altro che gradito dopo che nel solo scorso anno sono stati alzati per ben 4 volte i tassi di interesse mentre ieri, dopo qualche apertura avvenuta in settimana, lo stesso capo della Fed si è detto cauto su un taglio del costo del denaro. A quel punto il Presidente americano ha sbottato contro Powell arrivando a minacciare «ho il diritto di licenziarlo, i tassi non dovevano essere alzati ai livelli attuali!”.
TRUMP ATTACCA LA FED, “CHIAMA” DRAGHI E ACCUSA L’UE
Solo qualche giorno fa però Draghi era visto come il responsabile della presunta manipolazione sull’euro che avrebbe influito sul cambio col dollaro negli ultimi anni: «I mercati europei sono cresciuti dopo i commenti (non equi per gli Stati Uniti) di Mario Draghi; ha appena annunciato che potrà arrivare un nuovo stimolo, facendo immediatamente scendere l’euro nei confronti del dollaro, rendendo più facile in modo non equo competere con gli Usa». Per Trump, un comportamento del genere ha visto l’Europa «farla franca per anni, insieme alla Cina»: oggi però la stima per Draghi torna ad essere importante e imponente, nella differenza di gestione della Bce rispetto alla Fed. Una chiosa contro i social network arriva sempre durante l’intervista alla Fox News: Google e Facebook controllerebbero i Repubblicani e cercano di manipolare le elezioni 2020 a favore dei democratici, «Rendono molto difficile per me far passare il mio messaggio. Queste persone sono tutti democratici, sono totalmente faziosi. Se dovessi annunciare domani che sono diventato un democratico liberal guadagnerei cinque volte l’attuale numero di follower. Dovremmo fare causa a Google e Facebook, e forse lo faremo», conclude Donald Trump.