La distanza: quella fisica che c’è tra Donald Trump e Joe Biden nel secondo e ultimo dibattito tv prima delle Elezioni Usa 2020 del prossimo 3 novembre; quella politica tra due rappresentanti forse mai così lontani tra loro nella storia recente delle elezioni americane; quella nei toni, graffiante il primo e quasi serafico il secondo. Ma quella stessa distanza vista questa notte si tramuta in “vicinanza” tanto nei temi utilizzati per cercare di mettere in difficoltà l’avversario, quanto nei sondaggi che in maniera come sempre iper-complicata rendono le prossime elezioni non così scontate in “tasca” dell’ex vicepresidente di Barack Obama. Come ben mostra Marco Bardazzi illustrando i grafici (qui sotto, ndr) nei 6 stati chiave Biden è avanti di 4 punti: il Presidente uscente torna avanti in Ohio, stato da sempre molto significativo in ottica conteggio voti e in fine Florida e North Carolin in “tossup”, con distacco ridotto a solo due punti in favore dei Dem. Utilizzando una metafora sportiva, Trump dopo l’ultimo dibattito tv sulla Nbc ha recuperato e non poco il distacco guadagnato da Biden nelle scorse settimane ma la strada verso il traguardo è ancora abbastanza lontana con gli ultimi comizi negli Stati decisivi che potrebbero alla fine far pendere la bilancia in casa Rep o Dem.



TRUMP-BIDEN: LO SCONTRO SU TUTTO

Dal Covid alle tasse fino alle accuse di corruzione, il dibattito Trump-Biden si è accesso non poche volte anche se è filato via in maniera molto più “liscia” rispetto al primo caratterizzato da una battaglia di insulti prima ancora che di idee. Sul coronavirus, Trump ha aperto lo scontro spiegando che «la pandemia sta andando via ovunque negli Usa e il vaccino è in arrivo»; replica serrata di Biden, «Un presidente responsabile di tante morti non può rimanere al potere. Il presidente Trump ha mentito e mente al Paese, la gente sta morendo […] qui è peggio che in Europa». Se Trump, dando colpa alla Cina sul Covid, annuncia «abbiamo un vaccino in arrivo, è pronto, sarà annunciato nelle prossime settimane. Non possiamo chiudere il Paese o non avremo più un Paese», Biden replica «fermerò il virus, non il Paese. Ma per aprire il Paese servono misure standard, le mascherine, il rispetto del distanziamento sociale, il plexigas ai tavoli dei ristoranti». Sul fronte corruzione, Trump accusa il rivale Dem in merito alle vicende giudiziarie del figlio, con Biden che però controbatte «mai preso un penny da un’entità straniera, tu invece hai un conto in Cina dove hai pagato tasse 50 volte superiori a quelle pagate in Usa e non hai reso note le dichiarazioni dei redditi, cosa mai c’è lì?». Infine lo scontro forte si è trasferito sulla politica estera, con Joe che attacca «se sarò eletto, Mosca, Pechino e Teheran pagheranno un prezzo per le loro ingerenze nelle elezioni»; d’altro canto, Donald replica «Con Kim Jong-un abbiamo relazioni molto buone, abbiamo evitato una guerra, e finora il problema è stato che non gli piaceva Obama», con controrisposta di Biden che lapidario attacca «Kim è un delinquente, ecco perché non piaceva al presidente Obama». Chi ha vinto? Il modo migliore è che ognuno si faccia la propria idea vedendo direttamente l’intero dibattito (video integrale qui sotto, ndr): riassumendo però si può dire che Biden ha “resistito” davanti a un Trump sembrato molto più disinvolto ed efficace nelle argomentazioni.



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