Nella serata di ieri il presidente americano subentrato da due settimane alla Casa Bianca Donald Trump ha annunciato su Twitter e sul suo social Truth di aver ordinato una serie di importanti bombardamenti in Somalia che hanno colpito ed ucciso alcuni dei vertici della milizia regionale dell’ISIS chiamata Is-Somalia portando a termine (spiega lo stesso presidente) un’operazione avviata già da diverso tempo dal predecessore Joe Biden che – sottolinea nel post – “non ha agito abbastanza rapidamente” durante il suo mandato.
Nel breve post – e su Truth è stato condiviso anche il video di uno dei bombardamenti – Trump ha confermato di aver “ordinato questa mattina attacchi aerei militari di precisione” contro la cellula somala dell’ISIS che “ha minacciato gli Stati Uniti e i nostri alleati”: i miliziani jihadisti – ha spiegato il tycoon – “si nascondevano nelle caverne” che sarebbero state “distrutte negli attacchi”; sottolineando in particolare che “non sono stati danneggiati in alcun modo i civili” e lasciando ai terroristi la promessa che “vi troverò e vi ucciderò“.
Trump attacca l’ISIS in Somalia: cos’è la milizia Is-Somalia nate dalle costole di Al Qaeda
L’attacco statunitense contro l’ISIS somalo – qualche ora dopo – è stato confermato anche dal presidente locale Hassan Sheikh Mohamud che ha lodato l’intervento definendolo un buon modo per “rafforzare il forte partenariato” con gli USA nella lotta al terrorismo; mentre il generale comandate delle forze Devish operative nel Puntland (luogo dell’attacco statunitense) Adan Abdi Hashi si è limitato a precisare che gli attacchi sono stati condotti contro dieci differenti postazioni a Cal-Miskaad colpendo “diversi membri di alto rango” dello Stato Islamico.
Le vittime dell’attacco ordinato da Trump sembrano essere parte di quei circa 700 terroristi che rientrano sotto la sigla di Is-Somalia: si tratta di miliziani nati da una costola di disertori del più grande gruppo al-Shabaab – nato a sua volta dall’ancor più grande e famoso Al Qaeda che dal 2015 sembra risiedere stabilmente nell’area montana di Possasso conducendole piccole rappresaglie, attentati ed estorsioni in tutta l’area somala settentrionale; mentre ad oggi da parte loro non sembrano esserci stati veri e propri colpi rivendicati al di fuori del territorio africano.