Piccola vittoria per Donald Trump, a cui è stata concessa una parziale immunità per Capitol Hill: è senza dubbio un risultato storico, perché per la prima volta dalla nascita degli Stati Uniti d’America è stato dichiarato che in alcuni casi gli ex presidenti possono essere protetti dalle accuse penali. Con questa sentenza i giudici della Corte Suprema hanno stabilito che un ex presidente gode di immunità assoluta per quanto concerne i suoi poteri costituzionali fondamentali, ma non ne ha diritto per le azioni intraprese in veste privata. Stando a quanto riportato dal Guardian, tale decisione riduce drasticamente la possibilità che il processo penale federale contro di lui, con l’accusa di aver complottato per impedire il trasferimento di poteri al successore Joe Biden, venga portato avanti prima delle elezioni del 2024.



«In base alla nostra struttura costituzionale di poteri separati, la natura del potere presidenziale dà diritto all’immunità assoluta dall’azione penale per le azioni che rientrano nella sua autorità costituzionale conclusiva e preclusiva. E ha diritto a un’immunità almeno presuntiva per tutti i suoi atti ufficiali. Non c’è immunità per gli atti non ufficiali», ha scritto il giudice John Roberts, presidente della Corte, nel parere. Invece, per la giudice Sonia Sotomayor, che si è espressa in dissenso, i giudici si sono fatti «beffe del principio, fondamentale per la nostra Costituzione e il nostro sistema di governo, che nessun uomo è al di sopra della legge».



CAPITOL HILL, IL PROCESSO ORA POTREBBE SLITTARE

La Corte Suprema, che si è espressa a favore con i sei giudici conservatori (contrari i tre liberali), non ferma il processo per i fatti di Capitol Hill in cui è imputato, ma lo rallenterà, visto che bisognerà fare una distinzione tra atti ufficiali e privati. Questo vuol dire che ora il giudice che si occupa del caso è chiamato a valutare la possibilità che una parte delle accuse contro Trump vada archiviata proprio in virtù della distinzione sopracitata, perché le azioni prese nei poteri costituzionali rientrano nell’immunità concessa. Di conseguenza, il dibattimento dovrebbe slittare oltre le elezioni presidenziali Usa di novembre.



«Grande vittoria per la nostra Costituzione e la democrazia. Orgoglioso di essere americano!», ha scritto sul social media Truth. Invece, il presidente Joe Biden ha espresso la sua delusione tramite un comunicato diffuso dal suo staff, in cui si precisa che la decisione dei giudici non cambia nulla rispetto a quanto accaduto a Capitol Hill, ribadendo che il tycoon «ha fomentato le persone a rovesciare l’esito delle elezioni che sono libere ed eque» nell’errata convinzione di «essere al di sopra della legge».