Da quando Joe Biden è stato eletto nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump è “sparito”, salvo poi tornare sui social per pubblicare video su frodi alle Elezioni Usa 2020. Il presidente uscente non molla la presa e continua a ribadire che ci sono irregolarità. A tal proposito, ha pubblicato dei brevi video di Fox News in cui i giornalisti della rete e rappresentanti repubblicani contestano i risultati del voto. Sono sei le clip pubblicate su Twitter, dove poi è comparso un avviso, come del resto ormai accade sotto quasi tutti i post di Trump: «Questa dichiarazione su una frode elettorale è contestata». Si arriverà ad un Election gate? Di sicuro la vicenda arriverà alla Corte Suprema. Sono oltre 19mila i ricorsi per i cosiddetti brogli elettorali nella sfida tra Trump e Biden. «Le elezioni americane sono ben lungi dell’essere finite», ha dichiarato l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, uno degli avvocati schierati insieme a Jay Sekulow, Pam Bondi e Sidney Powell. «La modalità fraudolenta di alterare i voti è stata sistemica, ovvero è avvenuta in dieci stati», ha dichiarato Giuliani a Fox News.



TRUMP E I BROGLI: “MORTI AL VOTO, ERRORI SOFTWARE”

Flavio Robert Paltrinieri, membro del partito Repubblicano della Florida e leader di Noi di Centro, ad Affaritaliani ha citato alcuni esempi di brogli. Nella contea di Whayne in Michigan sarebbero stati trovati 14mila votanti defunti. Si parla poi di “fatal error” dei software che ogni mille voti attribuiti a Donald Trump ne levavano 300. Sarebbe stato beccato da un osservatore acuto, funzionario che ai seggi controlla le regolarità delle procedure. Ci sarebbero poi 10mila voti duplicati in Oklahoma. Si parla anche di osservatori dei seggi repubblicani a cui sarebbe stato impedito di ispezionare i voti per posta. Anche i media sono finiti sotto accusa. Paltrinieri parla di «un’inchiesta contro il cartello di tv e giornali che vede protagonisti Cnn, Abc, perché si capiva che la strategia per vincere partiva da una compagine di media che per un anno ha montato l’Onda blu». Ma per il ricorso alla Corte Suprema la strada sarebbe in salita per Trump, perché deve misurarsi con i tribunali degli Stati e poi eventualmente con le rispettive Corti supreme.



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