Il Dottor Stranamore è tornato a far capolino sulla scena nucleare mondiale: “Ho costruito un’arma nucleare che nessuno ha mai avuto prima in questo Paese. Abbiamo qualcosa che non hai mai visto né sentito. Abbiamo qualcosa di cui Putin e Xi non hanno mai saputo. Non c’è nessuno… quello che abbiamo è incredibile”. E’ quanto ha detto Donald Trump al giornalista Bob Woodward nel recente libro shock Rage-Rabbia, già ricco di notizie shock. Una sparata dal sapore elettorale? Andrew Spannaus, giornalista e analista americano, da noi intervistato, lo esclude: “Questo libro è composto da 18 interviste raccolte in un lungo arco di tempo, è evidente che dichiarazioni come questa non siano state raccolte in campagna elettorale. Piuttosto, conoscendo Trump, ha voluto impressionare il giornalista. Direi che è questa la spacconata: farsi passare per un genio”. Secondo Spannaus, esiste comunque un rischio: la corsa a nuovi armamenti nucleari tra Usa, Cina e Russia potrebbe far crollare il principio di deterrenza, che fino a oggi ha evitato ogni uso delle armi nucleari: “Ma più che della Russia, gli Stati Uniti sono preoccupati della Cina, oggi seconda potenza mondiale”.
Che ne pensa di quanto detto da Trump: è solo una spacconata elettorale o c’è qualcosa di vero? Fonti militari anonime hanno confermato che gli Usa lavorano a un ordigno segreto.
E’ probabile che Trump e il Pentagono si riferiscano ai cosiddetti mini nukes, armi nucleari un po’ più piccole e più facili da dispiegare, che si possono caricare sui missili Cruise. Russia, Cina e Stati Uniti vi stanno lavorando. E sono armi molto pericolose.
Non dà credito allora all’ipotesi che siano parole usate per fini elettorali?
No, queste dichiarazioni non sono state fatte oggi, ma qualche mese fa, mentre Woodward raccoglieva il materiale per il libro. Ha intervistato Trump 18 volte, non è una sparata elettorale. E’ Trump che parla a un giornalista, cercando di convincerlo di quanto su quanto sia bravo. Nel libro ha rivelato tante cose anche in modo poco attento, e si è inventato di dimostrare la sua forza.
Però il Pentagono ha ammesso di avere un’arma segreta…
Trump ha sostenuto un programma, già stato avviato prima di lui, di ammodernamento dell’arsenale nucleare. Il problema è che la costruzione di bombe nucleari più piccole, cosiddette tattiche, procede di pari passo con lo sviluppo di missili iperbolici da parte di Usa, Cine a Russia: è il nuovo campo di scontro. La sfida si gioca su come reagire allo sviluppo di armi più rapide di quelle degli avversari per creare quell’ambiguità che riduce le certezze altrui. Ma questo è molto pericoloso.
Perché?
Perché è fondamentale essere chiari su cosa è nucleare e cosa non lo è. Se un paese come gli Usa o la Russia può colpire con un’arma nucleare nello spazio di dieci minuti e senza preavviso, questo apre a grossi rischi, diciamo così, di interpretazione. L’altra parte non sa se quel missile porta una bomba nucleare o no e si crea instabilità intorno alla questione nucleare.
Non è più il principio di deterrenza che ha retto il mondo negli ultimi 80 anni?
E’ sempre deterrenza, ma quello che si vuole dimostrare è che si è più forti dell’altra parte, abbandonando però l’equilibrio in cui entrambe le parti sanno di che cosa dispone ciascun paese.
E’ stato Obama a cominciare il programma di ammodernamento nucleare portato avanti da Trump. Ora Trump vuole aumentare ancor di più la potenza militare Usa?
Sì. Trump vuole aumentare la forza militare americana per raggiungere una posizione di superiorità geostrategica. La preoccupazione non è tanto sulla Russia, bensì sulla Cina. Il ritiro dal trattato sui missili a medio raggio non è stato causato dalla Russia, ma dalla necessita di poter competere con la Cina, che sta investendo molto, tanto da arrivare a essere la seconda potenza al mondo. Gli Usa non vogliono permettere alla Cina di avvicinarsi. L’auspicio, ovviamente, è che non si arrivi a un utilizzo di queste armi, ma che il potenziamento si limiti solo al mantenimento della propria immagine come forza predominante.
(Paolo Vites)