L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è recato in Tribunale per i fatti avvenuti a Capitol Hill nel 2020. Trump ha raggiunto il tribunale federale, situato a pochi isolati di distanza da dove i suoi sostenitori hanno preso d’assalto il Campidoglio nel tentativo di mantenerlo al potere, con un corteo di auto dei servizi segreti. Davanti al giudice magistrato Moxila A. Upadhyaya, si è dichiarato non colpevole.



A descrivere la scena avvenuta oggi, giovedì 3 agosto 2023, è il Washington Post. Il giudice Upadhyaya ha domandato all’ex presidente: “per quanto riguarda i capi d’accusa da uno a quattro, come si dichiara il signor Trump?“. Al che l’imputato ha alzato la testa e ha risposto seccamente: “non colpevole“. Il giudice ha quindi proceduto a ricordare che, pur essendo stato rilasciato, l’ex presidente dovrà rispettare alcune condizioni, come non violare alcuna legge, presentarsi in tribunale quando richiesto e non comunicare con nessuno che sia noto come testimone nel caso, a meno che non sia tramite un avvocato. La prossima udienza è prevista per il 28 agosto alle 10.00, davanti al giudice distrettuale degli Stati Uniti Tanya Chutkan. Prima dell’udienza, piccoli gruppi di agenti di polizia si sono appostati fuori dal tribunale E. Barrett Prettyman in previsione di possibili assembramenti e la strada dietro il tribunale, che comprende l’ingresso al garage sotterraneo, è stata bloccata dalla polizia. (agg. Marta Duò)



Donald Trump in Tribunale per i fatti di Capitol Hill: strade principali sbarrate

Donald Trump è arrivato in Tribunale per ascoltare le accuse a suo carico, per la terza volta in pochi mesi. Almeno per un’ora, l’ex presidente degli Stati Uniti sarà in stato di arresto. A Washington, dopo New York e Miami, il Tycoon si presenta davanti ai giudici: è incriminato per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, a pochi metri dalla stessa corte federale nella quale è stato chiamato a presentarsi. Come riporta l’Ansa, tutta l’area è stata transennata e le strade principali sono state sbarrate con l’utilizzo di enormi spazzaneve. La stessa misura era già adottata durante le celebrazioni per la festa dell’indipendenza, il 4 luglio, per evitare attacchi terroristici con auto o camion.



L’attacco al Congresso ha rappresentato una delle pagine più tristi della storia americana moderna: per questo la polizia è in allerta affinché scene del genere non si ripetano, neppure con Trump in Tribunale. L’ex presidente, intanto, ha inviato una mail ai suoi sostenitori per raccogliere fondi, avvisando che potrebbe rischiare fino a 561 anni di carcere. “Non è colpa mia se il mio avversario politico nel partito democratico, il ‘corrotto’ Joe Biden, ha detto al suo procuratore generale di accusare il principale (di gran lunga!) candidato repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti di tutti i crimini possibili così da costringerlo a spendere tutti i soldi per la difesa”, ha scritto il tycoon su Truth, parlando delle incriminazioni contro di lui come “una strumentalizzazione della giustizia senza precedenti”.

Trump in tribunale per difendersi dalle accuse su Capitol Hill

Secondo Donald Trump, un processo a Washington, una città profondamente democratica e anti-trumpiana, non sarebbe equo. Davanti alla giudice Tanya Chutkan ha negato le accuse di aver cavalcato “bugie” per restare al potere e soprattutto di aver “incoraggiato” la rivolta in collaborazione con sei “co-cospiratori”. Questi sei, non nominati, secondo l’Ansa sono quasi sicuramente i suoi ex avvocati Rudy Giuliani, John Eastman, Sidney Powell, l’ex funzionario del dipartimento di Giustizia Jeffrey Clark e un altro avvocato Kenneth Chesebro. Il sesto non è identificato. L’elettorato, comunque, è ancora dalla parte di Trump: il 69% dei repubblicani ritiene che la vittoria di Biden fosse illegittima. Il numero è cresciuto rispetto al 63% dell’inizio dell’anno.

In attesa della quarta incriminazione in Georgia entro settembre, Trump pensa anche al futuro: il problema principale sono i fondi per la campagna elettorale 2024. Il Tycoon infatti ha già speso 40 milioni di dollari per difendersi. Anche Biden ha deciso di sfruttare le donazioni per rafforzare la propria campagna elettorale in vista delle prossime elezioni. Proprio il presidente, che si è ritirato nella sua casa al mare a Rehoboth Beach con la First Lady Jill, ha dichiarato – rispondendo alla domanda di un giornalista – che non avrebbe seguito l’arresto di Trump: l’idea è quella di tenersi lontano dai suoi guai giudiziari.