Nonostante abbia minacciato di far uscire gli Stati Uniti dalla NATO più volte, è improbabile che Donald Trump lo faccia davvero in caso di vittoria alle presidenziali: lo si evince dalle dichiarazioni di ex funzionari della sicurezza nazionale ed esperti di difesa che probabilmente saranno scelti dal tycoon se riuscisse a tornare alla Casa Bianca. Lo rivela Politico Magazine, spiegando il piano che sta mettendo a punto l’ex presidente Usa per la politica estera: l’idea è quella di un “riorientamento radicale” in cui Washington passa in secondo piano rispetto all’Europa, che finora ha avuto un ruolo marginale, mentre in parallelo vuole arrivare a un accordo con Vladimir Putin sull’Ucraina. Per quanto riguarda l’Alleanza Atlantica, in cambio di una continua partecipazione americana, Trump chiederebbe in cambio un aumento drastico della spesa dei Paesi europei, per arrivare appunto al “riorientamento radicale” che è un’espressione usata in particolare da Dan Caldwell, esperto di difesa che ha familiarità con le riflessioni in corso nel circolo consultivo di sicurezza nazionale di Trump. Al momento non c’è una squadra ufficiale o un’agenda precisa, ma c’è un dibattito in corso in cui sono coinvolte le fonti citate dal giornale.
Dunque, l’idea del candidato repubblicano è di spingere l’Europa verso un’architettura di sicurezza differente da quella attuale: gli Stati Uniti garantirebbero il loro ombrello nucleare sull’Europa, mantenendo la loro potenza aerea e le loro basi in Germania, Inghilterra e Turchia, oltre alle forze navali; d’altro canto, gran parte della fanteria, dei mezzi corazzati, della logistica e dell’artiglieria passerebbe dalle mani americane a quelle europee. Caldwell, che recentemente è stato consulente di Russell Vought, un ex alto funzionario di Trump che dovrebbe avere un ruolo di primo piano in caso di vittoria alle elezioni, ha spiegato che questo cambio di rotta porterebbe a un “significativo e sostanziale ridimensionamento del ruolo di sicurezza dell’America“, che farebbe un passo indietro, perché non sarebbe più “il principale fornitore di potenza di combattimento in Europa“, ma un alleato che “fornisce supporto solo in tempi di crisi“.
COME TRUMP VUOLE METTER FINE ALLA GUERRA IN UCRAINA
Donald Trump vuole, inoltre, creare un sistema NATO a due livelli, idea partorita da un altro suo ex funzionario, cioè il tenente generale dell’esercito in pensione Keith Kellogg: i Paesi membri che non raggiungono l’obiettivo di spesa del 2% del PIL per la difesa “non godrebbero della generosità della difesa e della garanzia di sicurezza degli Stati Uniti“. Il piano per cambiare l’Alleanza Atlantica è strettamente legato alla fine della guerra in Ucraina nelle strategie dell’ex presidente, il quale secondo Politico Magazine starebbe pensando a un accordo in base a cui la NATO dovrebbe impegnarsi a non espandersi verso est, in particolare verso Ucraina e Georgia, e negoziare col presidente russo Vladimir Putin la quantità di territorio dell’Ucraina che può mantenere. In sintesi, Trump si aspetta che l’Europa spenda di più per la NATO e si assuma un onere militare maggiore.
“Dobbiamo ridimensionare il ruolo dell’America nel mondo nel 21° secolo. Gli Stati Uniti non sono il bancomat del mondo“, ha tuonato Kiron Singer, ex capo della pianificazione politica di Trump ora a lavoro per l’agenda del secondo mandato. In quest’ottica, l’Ucraina è il primo banco di prova: “Mi aspetterei un accordo molto rapido per porre fine al conflitto“, ha dichiarato Kevin Roberts, presidente della Heritage Foundation, think tank coinvolto nell’agenda. Uno degli esperti di sicurezza nazionale che ha familiarità con i pensieri dell’ex presidente, parlando a condizione di anonimato, ha rivelato che Trump “sarebbe aperto a qualcosa che precluda l’espansione della NATO e non torni ai confini del 1991 per l’Ucraina. Questo sarebbe sul tavolo. Ma questo non significa rinunciare a qualsiasi altra possibilità, compresa la fornitura di grandi quantità di armi all’Ucraina“.
IL PIANO DI TRUMP SPAVENTA L’EUROPA
Questo ridimensionamento americano nella NATO che sarebbe nei piani di Donald Trump rappresenta un problema per l’Europa, visto che non sarebbe pronta a ricoprire un ruolo militare più grande in tempi brevi, nonostante la volontà a spendere di più per la difesa. D’altra parte, secondo Politico Magazine, potrebbe avere poca scelta, visto che Trump avrebbe più influenza per esigere dall’Europa ciò che vuole, visto che gli Usa forniscono la maggior parte degli aiuti militari all’Ucraina e l’Europa è più debole economicamente, nonché più dipendente dalle forniture energetiche americane.
Si spiegano anche così i timori europei di una vittoria repubblicana alle elezioni di novembre. Infatti, un diplomatico europeo di alto livello rimasto anonimo ha dichiarato: “È difficile valutare se saremo in grado di fare abbastanza per placare Trump, perché è difficile prevedere cosa farà o non farà“. D’altra parte, c’è la consapevolezza che la Cina possa avere “un impatto sul ruolo militare che gli Stati Uniti sarebbero in grado di svolgere per aiutare a proteggere l’Europa. Potrebbe non esserci abbastanza capacità per due teatri“.