MINNEAPOLIS – “Io e Melania positivi al Covid. Inizieremo subito la quarantena e il percorso di convalescenza. Supereremo questo insieme”. Asciutto tweet del Presidente ieri notte, rilanciato quasi in tempo reale da tutte le breaking news di questo mondo. La cosa era nell’aria dalla mattina dell’altro ieri, quando era cominciata a circolare la notizia che Hope Hicks, stretta collaboratrice di Trump che lo aveva anche accompagnato a Cleveland per il primo dibattito con Joe Biden, era risultata positiva. Giovedì il Presidente era apparso stranamente stanco, la sua voce rauca.



Ad un mese dalle elezioni il destino introduce un fattore “potenzialmente terremotante” come solo lui, il destino, sa fare. Cosa succederà?

Dopo aver minimizzato la questione virus per mesi, Trump si trova in casa e addosso questo nemico misterioso, insidioso, ed ancora sostanzialmente inconoscibile. Sembrerebbe la morale di una favola in cui il gigante prepotente viene messo in ginocchio da una cosina invisibile. È così? Mentre educatamente tutti, dagli avversari politici ai giornalisti che l’hanno sempre martellato, augurano alla coppia presidenziale una pronta guarigione, mezzo paese sogghigna a denti stretti chiedendosi cosa penserà mai oggi Trump di mascherine e social distancing. Lui, il Presidente che non ci ha mai creduto, che ha “insegnato” al paese a non crederci, che col suo comportamento ha di fatto aizzato tutti i suoi seguaci a fare altrettanto quasi come segno distintivo, identificativo, provocando danni alla salute pubblica ed introducendo un altro fattore di divisione – un fattore ben visibile come una “mascherina” –  in un paese già lacerato.



Perderà le elezioni per questo? La sua manifesta vulnerabilità porterà a galla le mille bugie e contraddizioni dei suoi quattro anni di potere? O la malattia lo renderà più accettabile da parte di quegli elettori moderati ed incerti che ne riconoscono la leadership ma non lo spessore umano? Oppure, God forbid, Dio non voglia, il virus lo segnerà, come ha segnato tanti in questo mondo, limitandolo nella sua capacità di azione o addirittura impedendogliela?

Intanto questo pomeriggio (ieri, ndr) il Presidente è stato portato al Walter Reed Medical Center come “misura precauzionale”. Con i suoi 74 anni Trump non è un ragazzino e sappiamo tutti – ora certamente anche lui – che il Covid sa essere cattivo.



Tutto lo scenario che si sta creando genera mille preoccupazioni. Auguro a Trump una pronta e completa guarigione, ma soprattutto gli auguro la stessa cosa che auguro a me stesso: di capire che il Destino è più grande di noi, che il Destino mi è Padre e che a questo Padre si può chiedere tutto quello che non siamo capaci di dare e di darci, anche la salute.

God Bless America!