I giudici lo escludono dalle elezioni in Colorado e lui “se ne approfitta”. La Corte suprema dello Stato lo ha dichiarato ineleggibile, in virtù del quattordicesimo emendamento della Costituzione, per il suo coinvolgimento nell’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021, ma Donald Trump, paradossalmente, ne approfitta per continuare a recitare la parte della vittima e incitare i suoi fan a difenderlo. La via giudiziaria, insomma, neanche negli Usa sembra produttiva per sconfiggere gli avversari politici, anche perché l’ex presidente può sempre contare sulla Corte suprema federale, a maggioranza conservatrice, cui si rivolgerà per chiedere di annullare il verdetto del Colorado.
Il problema per lui, spiega Rita Lofano, direttore responsabile dell’Agi, non saranno le imminenti primarie, ma le votazioni vere e proprie per decidere il presidente degli Usa: l’elettorato indipendente potrebbe non perdonargli le quattro inchieste e le 91 accuse che gli sono state rivolte dalla magistratura americana. Intanto però è l’indiscusso padrone della scena politica, difeso anche dai suoi avversari all’interno del partito, secondo i quali non tocca alla Corte suprema la decisione su di lui, ma agli elettori.
Come potrà incidere la decisione della Corte suprema del Colorado sulla campagna elettorale di Trump?
Trump è stato accusato di atto insurrezionale. Una decisione storica, perché viene applicata per la prima volta nei confronti di un presidente. La sezione 3 del 14esimo emendamento era stata varata dopo la guerra civile per impedire ai confederati di candidarsi. Dal punto di vista dell’impatto politico la reazione è ben diversa. Da una parte il pronunciamento della Corte sembra avvantaggiare Trump: i suoi avversari nel Gop in vista delle primarie, da Ron DeSantis a Nikki Haley, hanno dovuto dire che queste decisioni devono essere lasciate agli elettori e non ai giudici. Una presa di posizione che ricorda un po’ lo scontro fra politica e magistratura in Italia. Di fatto anche loro hanno dovuto difendere Trump.
Una sentenza avversa che in realtà lo avvantaggia?
L’ex presidente corre facendo la vittima e presentandosi come perseguitato politico, questa sentenza gli permette di farlo ancora di più. Manda in continuazione delle e-mail ai suoi sostenitori scrivendo: “Vogliono impedirmi di correre, difendiamoci”. Chiedendo poi i soldi per sostenerlo. Galvanizza la base, i fedelissimi, che sono importantissimi in vista delle primarie. Oltre a ricompattare i repubblicani, così Trump resta sempre al centro della scena. Nelle campagne elettorali la visibilità è tutto.
Comunque ha la possibilità di utilizzare l’arma del ricorso alla Corte suprema per far annullare la decisione del Colorado. Quale verdetto ci si può aspettare in quel caso?
La Corte suprema ha una maggioranza di giudici conservatori, di cui tre nominati da Trump, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh ed Amy Coney Barrett. È molto facile che questa sentenza venga ribaltata e quello è il giudizio più alto. La Corte suprema è come la nostra Corte costituzionale, fa scuola. Possono esserci dei tecnicismi, ma se c’è una decisione a questo livello gli altri giudici si adeguano a quella. Tra l’altro anche nella Corte suprema del Colorado, che è uno stato tutto democratico, la decisione non è stata presa all’unanimità, ma è passata quattro a tre.
La via giudiziaria, insomma, non sembra quella giusta per battere Trump?
Trump ha avuto 4 incriminazioni con 91 differenti accuse, la prima risale ad aprile ed è relativa ai soldi pagati alla pornostar Stormy Daniels perché non rivelasse la loro relazione. Oggi, dopo tutti i problemi giudiziari, il suo distacco con gli altri candidati repubblicani è aumentato.
Una situazione che rimane tutta a suo vantaggio?
Ci sono comunque dei tempi tecnici da rispettare e Trump potrà continuare a correre almeno fino a marzo, quando ci sarà la pronuncia della Corte suprema. Fino al 4 gennaio, peraltro, termine per presentare ricorso, la decisione del Colorado è sospesa, può continuare a fare campagna elettorale. Nella Corte suprema degli Stati Uniti poi ci sono delle procedure d’urgenza per casi particolari e vengono gestite da Gorsuch, che comunque è un giudice conservatore. Il caso è complesso. Quando si arriverà alle elezioni generali, tuttavia, gli elettori indipendenti potrebbero tenere conto delle incriminazioni di Trump e fare da ago della bilancia nelle votazioni del 2024.
Su cosa sta puntando Trump in campagna elettorale, su quali temi?
È tornato sui suoi temi classici. L’altro giorno ha detto che i migranti avvelenano il nostro sangue. Sta tornando il Trump radicale, che elogia Putin per screditare Biden: sta facendo sempre più Trump.
Se dovesse essere eletto e poi condannato, però, per la democrazia americana sarebbe un bel problema: cosa comporterebbe?
Questa del Colorado è stata definita la sorpresa di dicembre, perché poi a gennaio si entrerà nel vivo della contesa. Il tema dal punto di vista giuridico probabilmente si risolverà prima. E le variabili nella campagna elettorale possono essere ancora molte. La fotografia di oggi, comunque, è di un Trump rafforzato dalle incriminazioni, questa del Colorado in particolare.
Le reazioni alla sentenza in campo democratico quali sono state?
Biden è intervenuto per dire che Trump non deve correre. Il paradosso è che nessuno vorrebbe veder correre Trump e Biden ma alla fine ci ritroveremo con loro due. Nikki Haley nell’ultimo spot ha tentato una carta diversa, dicendo che serve una nuova generazione di leader politici, provando a puntare sulla carta dell’età: non è proprio un’argomentazione che spacca. Trump, grande esperto in comunicazione, ha invece ripreso a cavalcare il tema dei migranti, Biden paradossalmente non riesce a far passare neanche i suoi successi economici, perché la gente si ritrova a pagare le rate con i tassi alti. La sentenza è storica per come è stata applicata a un ex presidente, ma al momento sembra quasi giovare a Trump.
(Paolo Rossetti)
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