Continua il dibattito sulla mossa di Twitter di bannare in modo permanente Donald Trump. Il presidente Usa uscente ha evidenziato che è pronto a sbarcare su una nuova piattaforma, ma la scelta dell’amministrazione del social network fa parecchio discutere. Ecco l’analisi di Riccardo Luna ai microfoni di Rai News: «Da oggi in poi le regole sui social sono cambiate per sempre, erano cambiate formalmente da un po’ di tempo, perché da tempo avevano chiesto alle piattaforme di non tollerare discorsi di odio e violenti, ma si era deciso di fare un’esenzione per i leader politici».
Il giornalista ha poi aggiunto: «Questa cosa qua è finita, si è deciso alla fine degli ultimi giorni di Trump, quando è negli ultimi giorni di potere ed è ancora tutt’altro che inoffensivo. E’ una decisione importante e grave per la democrazia, perché tutte le volte che si leva la parola a qualcuno, un democratico soffre. Siamo passati dalla teoria di Voltaire a quello che ha detto Popper, ovvero che la tolleranza si deve fermare davanti agli intolleranti». (Aggiornamento di MB)
TRUMP BANNATO DA TWITTER, LE PAROLE DI DONALD JR
La notizia del blocco a tempo indeterminato dell’account Twitter di Donald Trump ha fatto ovviamente il giro del mondo. “Le nostre regole di interesse pubblico – ha fatto sapere il social network americano subito dopo il ban – esistono per consentire alle persone di ascoltare direttamente cio’ che i funzionari eletti e i leader politici hanno da dire. Tuttavia, abbiamo chiarito per anni che questi account non sono completamente al di sopra delle nostre regole e che non possono utilizzare Twitter per incitare alla violenza, tra le altre cose”.
Una mossa che non è piaciuta ai mercati finanziari visto che, a seguito dell’account di @realDonaldTrump, tutti i titoli di Twitter hanno perso il 2.78% nelle contrattazioni after-hours a Wall Street. Violenta la reazione di uno dei figli del tycoon, Donald Jr, che proprio attraverso Twitter ha scritto: “L’ayatollah e altri regimi dittatoriali possono avere account Twitter senza problemi nonostante minaccino il genocidio di interi paesi e uccidano gli omosessuali, ma il presidente degli Stati Uniti deve essere sospeso in via permanente. Mao sarebbe orgoglioso”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRUMP: TWITTER LO BLOCCA A TEMPO INDETERMINATO, TYCOON “NON CI METTERANNO A TACERE”
Arriva il blocco a tempo indeterminato per Donald Trump anche da parte di Twitter. Inizialmente il noto social network aveva sospeso per sole 12 ore l’account dell’ex presidente degli Stati Uniti ma in seguito si è deciso per il ban in via definitiva a causa del “rischio che inciti ulteriormente la violenza”. Trump più volte ha cercato di utilizzare nelle scorse ore l’account ufficiale @POTUS, acronimo di President of the United States, ma ogni suo cinguettio veniva immediatamente rimosso, e alla fine ha deciso di optare per un comunicato da parte della Casa Bianca per esternare la sua posizione a riguardo. “Lo avevo previsto – spiega – Nel sospendere il mio account vogliono mettermi a tacere, vogliono mettere a tacere voi e i 75 milioni di grandi patrioti che hanno votato per me”, per poi aggiungere “Non ci metteranno a tacere. Stiamo trattando con vari altri siti e a breve avremo un grande annuncio, nel frattempo stiamo valutando la possibilità di costruire una nostra piattaforma“. Una doccia gelata per il tycoon che nelle scorse ore, subito dopo l’assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill, aveva visto bloccati i suoi account Facebook, Instagram, Twitch e Snapchat, risultando quindi isolato dal mondo social.
TRUMP BLOCCATO DA TWITTER: IL NEW YORK POST AL SUO FIANCO
La situazione resta incandescente anche perchè Trump, come fa trapelare la Casa Bianca “Non ha alcuna intenzione di dimettersi perché non ritiene di aver fatto nulla di sbagliato”. Contrario alla sospensione di Twitter anche il figlio, Donald Jr, che parla di libertà di parola “morta con big tech”, mentre il senatore repubblicano Rick Scott commenta con “vergogna”, aggiungendo che “Twitter ha sospeso il presidente Trump ma consente ai cinesi di vantarsi del genocidio e all’ayatollah di parlare sulla possibilità di spazzare via Israele dalle cartin egeografiche”. Al fianco di Trump anche Nikki Haley, ex ambasciatrice all’Onu e aspirante alla Casa Bianca nel 2024: “Mettere a tacere la gente, per non parlare del presidente americano, è quello che succede in Cina, non nel nostro Paese”. Infine il New York Post di Rupert Mardoch, secondo cui Twitter attaccherebbe solo una parte della politica americana: “Twitter è guidata da liberal americani, che mettono sotto esame solo un tipo di persona e solo un’area politica”.