Ha decisamente del clamoroso la rivelazione delle ultime ore secondo cui Donald Trump sarebbe a libro paga del Kgb, l’ex temutissimo servizio segreto dell’Unione Sovietica, da una vita. A svelarlo è stato Yuri Shvets, ex spia proprio del Kgb, che negli anni ’80, nel pieno della Guerra Fredda, ha operato come agente di copertura a Washington. A rendere pubblica la rivelazione è stato lo stesso 007 sovietico nel libro “American Kompromat”, realizzato dal giornalista Craig Unger e già autore del libro “House of Trump, House of Putin”.
Yuri Shvets, oggi 67enne, ha lavorato per il Kgb usando come copertura un incarico alla Tass, agenzia di stampa russa, poi nel 1993 ha ottenuto la cittadinanza americana. “Questo è un esempio – le sue parole ai microfoni del tabloid Guardian – di come le persone venivano reclutate quando erano studenti e poi arrivavano a posizioni importanti, qualcosa del genere è successa con Trump”.
TRUMP A LIBRO PAGA DEL KGB: “ERA UN OBIETTIVO PERFETTO”
Stando a quanto svelato da Unger, Trump fu attenzionato dal Kgb per la prima volta nel 1977, dopo aver sposato la sua attuale moglie, Ivana Trump, al secolo modella cecoslovacca Ivana Zelnickova. Tre anni dopo vi fu il vero e proprio contatto, in occasione di un acquisto di un ingente carico di televisori, precisamente 200 per il nuovo hotel di New York, da Semyon Kislin, un emigrato sovietico che aveva un negozio di elettronica sulla Fifth Avenue. Kislin, stando al racconto emerso sul libro, avrebbe di fatto segnalato al Kgb la presenza di questo imprenditore americano in erba, dopo di che, nel viaggio in Russia del 1987, vi fu un vero e proprio incontro con i servizi segreti sovietici. “Trump era un asset dei sovietici – sostiene Unger – ma non c’era un grande piano di far sviluppare questo tizio che 40 anni dopo sarebbe diventato presidente, a quel tempo i russi cercavano di reclutare come pazzi e andavano dietro a decine e decine di persone. Trump era un obiettivo perfetto – aggiunge il giornalista autore del libro – la sua vanità, il suo narcisismo lo rendevano un target naturale che i russi hanno coltivato per oltre 40 anni fino alla sua elezione”.