SI ESTENDE LA POLITICA SUI “DUE GENERI”: TRUMP VIETA OGNI TIPO DI TRANSIZIONE SUI MINORI DI 19 ANNI
Se già il Governo inglese aveva frenato la politica “massiccia” sulle transizioni di genere, l’ultimo ordine esecutivo firmato dal Presidente USA Donald Trump mette la parola fine (per il momento) sul tema dei potenziali “baby trans” tra i minorenni: tra i primi decreti con cui la Presidenza americana si insedia alla Casa Bianca, il tycoon annuncia di aver vietato le transizioni di genere per tutte le persone sotto ai 19 anni di età sull’intero territorio degli Stati Uniti. Il provvedimento di legge che avrà effetto immediato – ma che potrebbe essere poi bloccato da giudici e/o il Congresso – dice chiaramente che l’intento resta quello di fermare tutti coloro che pur da professionisti della medicina starebbero «mutilando e sterilizzando un numero crescente di bambini», con l’aggravante della facile influenzabilità specie in casi di mal accettazione del proprio genere di nascita.
Dopo ave vietato l’accesso di soldati trans nell’esercito e nella marina USA, ecco il nuovo intervento ad hoc del Presidente Trump che segue uno dei primissimi ordini esecutivi firmati il primo giorno dell’insediamento: «la politica del Governo americano prevede che vi siano solo due genere, maschile e femminile». Dopo aver promesso in campagna elettorale – e dopo aver ottenuto risultati importanti in larghe fette di popolazione che vedevano nelle politiche pro diversity-LGBTQ dell’Amministrazione Biden un’esagerazione – il leader repubblicano passa ora agli atti concreti per impedire operazioni chirurgiche sui minorenni, utilizzo di farmaci anti-pubertà o anche ormoni, almeno prima dei 19 anni. Secondo Trump, non può essere ascritta ad una politica americana legale l’arrivare a promuovere, finanziare o addirittura supportare la transizione di genere: per questo motivo, conclude l’ordine siglato dal Presidente USA, d’ora in poi «applicheremo rigorosamente tutte le leggi che proibiscono o limitano queste procedure distruttive». Una distruzione, chiosa Trump, che arriva a cambiare realmente la vita come hanno testimoniato in negativo diversi “pentiti” delle transizioni di genere, tanto negli States quanto in Regno Unito, dove lo scandalo della clinica londinese Tavistock ha “aperto gli occhi” del problema anche per l’opinione pubblica.
COSA CAMBIA CON L’ORDINE ESECUTIVO DI TRUMP E COME SI È ARRIVATI ALLO STOP PER I “BABY TRANS”
Dando pieno seguito alla campagna elettorale, la Presidenza Trump punta a fermare sul nascere la definita «follia transgender», specie se arriva a coinvolgere bambini e minori ancora in fase di sviluppo fisico, ormonale e psicologico: dalla mutilazione fisica all’influenza culturale, l’impulso dato dall’ultimo ordine esecutivo della Casa Bianca è senza appello e occorrerà capire quale sarà la decisione di eventuali ricorsi che diverse associazioni “arcobaleno” minacciano di intentare.
In termini pratici, la decisione di vietare ogni transizione di genere passa da svariati interventi legislativi revocati dal decreto Trump: si stringono i cordoni dei fondi per l’assistenza ai giovani “potenziali” trans, così come cessano con effetto immediato i finanziamenti a livello federale su ricerche mediche per farmaci sul fronte “blocco anti-pubertà”. Davanti alle problematiche della disforia di genere, il nuovo impulso è impedire che si possa giungere o ad un intervento chirurgico di transizione o anche alla somministrazione di farmaci tutt’ora non verificati al 100% (che è poi lo stesso motivo per cui nel 2024 il Governo inglese aveva revocato l’utilizzo di tali medicine, frenando improvvisamente un’evoluzione fin lì senza ostacoli per le terapie di “conversione trans”). In ultima analisi, Trump contesta il “via libera” dato da Biden e Harris sul Wpath, ovvero le contrastatissime linee guida dell’Associazione mondiale per la salute transgender: con l’ordine esecutivo firmato si frenano anche queste direttive, considerate mancanti di integrità scientifica.