Nella giornata di oggi Donald Trump ha ottenuto, sul filo del rasoio, una vittoria in tribunale in merito al procedimento (per il quale è stato condannato) per frode. Secondo una sentenza emessa dalla Corte d’appello il tycoon avrà ancora 10 giorni per versare una cauzione, ridotta rispetto alla sentenza iniziale, con la quale potrà chiedere l’appello contro il maxi risarcimento fissato con la condanna per frode.
Una vittoria, insomma, parziale per Donald Trump, ma che gli renderà possibile versare molto più rapidamente la cauzione. Pochi giorni fa, infatti, il team legale dell’ex presidente e candidato per il 2024, avevano definito “praticamente impossibile” ottenere un prestito dal valore di 464 milioni dalle compagnie assicurative o dalle banche, chiedendo una riduzione a 100 milioni massimo o l’eliminazione della cauzione. La Corte d’appello ha optato (parzialmente) per la prima opzione, riducendo la cauzione che Trump dovrà pagare a 175 milioni, concedendogli altri 10 giorni. “Depositerò molto in fretta i 175 milioni”, ha dichiarato il tycoon, manifestando il suo “grande rispetto per la decisione” presa dalla corte.
Sconfitta per Trump sul caso Stormy Daniels
Contestualmente alla vittoria, però, Donald Trump ha segnato anche una sconfitta, nuovamente in tribunale, nella giornata odierna, relativa al caso dell’ex porno diva Stormy Daniels, che avrebbe ricevuto dei soldi dal tycoon per nascondere la loro relazione. Il processo doveva iniziare oggi, ma i legali dell’ex presidente erano riusciti ad ottenere un rinvio presentando alcuni documenti, oltre che la richiesta di posticipare (o annullare) il processo.
L’avvio del processo contro Donald Trump, invece, è stato fissato per il 15 di aprile, in piena campagna elettorale. Una scelta fortemente criticata dai legali del tycoon, che temono che così la campagna ne uscirà danneggiata, costringendo il candidato ad assentarsi dagli appuntamenti elettorali per presenziare in tribunale. Immediata la reazione dell’ex presidente, che criticando la sentenza ha accusato la corte di “interferenza elettorale“. Secontro Trump “un giudice corrotto vuole impedirmi di fare campagna elettorale”, ricordando che il caso “poteva essere presentato tre anni e mezzo fa e hanno deciso di aspettare ora”.