C’è un enorme scandalo che i mass media stanno facendo passare sotto silenzio: la scoperta da parte di Elon Musk, nella sua funzione di controllore delle spese della pubblica amministrazione americana, del gigantesco budget dall’agenzia governativa americana per lo sviluppo internazionale USAID – si parla di 50 miliardi di dollari, ora congelati –, in grande parte destinato a finanziare in tutto il mondo iniziative atte a promuovere la visione del potere progressista americano e le operazioni di “governance” su scala planetaria poste in essere dallo “Stato profondo” (Deep State) dell’amministrazione USA.
Sotto la maschera di iniziative benefiche si finanziavano partiti, movimenti, associazioni, tentativi di colpi di Stato a volte riusciti (come in Ucraina) a volte no, rivoluzioni colorate più o meno recenti, costituendo quello che alcuni hanno definito il soft power con cui gli USA hanno manovrato (fin dove hanno potuto) il mondo, promuovendo inoltre il pensiero woke e LGBTQ. Sempre d’intesa con sedicenti filantropi come George Soros e Bill Gates, e in accordo con il World Economic Forum di Klaus Schwab, cui sono state elargite molte decine di milioni di dollari.
Chiamarlo soft power è in realtà un eufemismo, perché tra i progetti più velenosi per la democrazia reale c’è il sostanzioso contributo a media e giornalisti che si sono comportati come agenti eterodiretti nel campo dell’informazione. Chi ne parlava veniva bollato come complottista, emarginato, minacciato e anche peggio.
Giornalisti comprati è il titolo di un libro del giornalista della Frankfurter Allgemeine Zeitung Udo Ulfkotte, scomparso misteriosamente nel 2017 (la diagnosi fu di infarto, ma la repentina cremazione ha impedito l’autopsia e insospettito tutti). Ulfkotte sosteneva che i media mainstream erano controllati dalla CIA. E ora si sta scoprendo, grazie a fatture e rendiconti, che i fondi USAID sono stati anche impiegati d’intesa con la potente agenzia di servizi per controllare l’informazione, per promuovere determinate tematiche e censurarne altre.
Man mano che vengono resi pubblici i destinatari dei fondi, si scopre una ragnatela di controllo mondiale dei media che va dalla Reuters alla BBC (secondo i primi dati pubblicati), che definire vergognosa è dire poco. Ecco perché gli stessi media non ne parlano: la perdita della faccia è proprio dietro l’angolo. Vista l’abituale sfrontatezza nell’impartire lezioni di eticità ad ogni piè sospinto, l’eventuale scoperta di finanziamenti di questo genere costituisce un gravissimo colpo per la loro reputazione.
Al momento la squadra di Trump si sta muovendo come una potente ruspa che non dà tregua nello scoprire il maggior numero possibile di gravi infrazioni commesse ai danni dell’erario per stornare gigantesche somme di denaro per gli scopi più oscuri e illeciti.
A causa dei clamorosi risultati di questa spending rewiew, Elon Musk è entrato nel mirino di statisti e ovviamente giornalisti che lo descrivono come un pericoloso miliardario tecnocrate. La Commissione europea vorrebbe porre dei limiti alla libertà di espressione che finalmente X concede a tutti, oltre ad accusarlo di intromettersi nelle prossime elezioni favorendo la destra. Ovviamente a Bruxelles “dimenticano” di aver approvato e favorito tutto quanto è stato fatto per gli attuali governi d’Europa con l’enorme appoggio finanziario di USAID e CIA.
Stando alle informazioni – e alle preoccupazioni – che filtrano, il colpo di grazia sarebbe poi costituito dalla pubblicazione della lista degli ospiti di Jeffrey Epstein nel suo resort delle isole Virgin, con particolare riguardo alla frequenza dei viaggi e con resoconti delle attività svolte e soprattutto dei minorenni coinvolti. Del principe Andrea si sa già tutto, mentre altrettanto si verrebbe a sapere di centinaia di attori, politici, imprenditori, uomini di governo, che sarebbero stati spiati da apposite telecamere celate dietro gli specchi delle stanze.
Chiamiamolo pure soft power, in realtà si tratta di una forma nascosta di politica estera gestita attraverso il controllo dell’informazione, il finanziamento di attività illecite, il ricatto. Un soft power talmente pervasivo e intrecciato con la politica visibile che si fa fatica ad immaginare gli scenari futuri di un’amministrazione liberata da una simile piovra.
Anche perché a livello internazionale, e soprattutto qui da noi, si parla, si scrive, si comunica – anche ai più alti livelli istituzionali – come se nulla di tutto ciò stesse accadendo.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere completata la squadra di governo USA con la nomina di Tulsi Gabbard alla CIA e Bob Kennedy Jr. al dipartimento della Salute. Due pezzi da novanta in grado di portare ai massimi livelli la disruption imposta da Trump. È sicuro che questa pars destruens porterà con sé ulteriori conseguenze che non potranno non avere significativi riflessi anche in Europa, nonostante von der Leyen, Ribera, Kallas e altri commissari continuino a far finta di nulla.
Attendiamo con grande curiosità la pars construens, che sicuramente si farà aspettare un po’, augurandoci che sia perseguita con la stessa tenace energia dedicata a quella destruens.
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