Dopo aver conquistato Manhattan, il presidente Donald Trump puntava anche alla conquista della Groenlandia. Ancor prima di inviare la sua offerta alla Danimarca, però, quest’ultima frena: “La Groenlandia non è in vendita”. Sulle modalità di acquisto da parte di Trump non trapela nulla e probabilmente gli Usa lo renderanno noto in occasione della visita del tycoon in Danimarca prevista per il prossimo mese. Ad ogni modo la Groenlandia ha specificato di essere aperta a fare affari, ma non certamente a darsi un prezzo. Ma cosa si cela davvero dietro l’idea del presidente Usa? A spiegarlo all’Agi è Marzio G. Mian, giornalista esperto dell’Artico il quale ha commentato: “non è una provocazione, né tantomeno una boutade elettorale, ma fa parte della strategia d’espansione americana adottata sin dalla seconda metà dell’Ottocento e ora rafforzata in chiave anti-Cina e anti-Russia”. Oggi la Groenlandia torna ad essere molto allettante per gli Usa intanto per cambiamento climatico che ha reso l’isola più grande del mondo più vivibile e sfruttabile militarmente ed economicamente. “È il nuovo ‘nuovo mondo’, una terra di opportunità che molti vogliono sfruttare, a partire dalla Cina e dalla Russia che rispetto agli Stati Uniti sono molto più avanti nell’espansione nell’Artico”, ha proseguito Mian. “Ora gli Stati hanno molta fretta di sfruttare le opportunità minerarie e geopolitiche”, ha chiosato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
REPLICA A USA “ISOLA NON IN VENDITA”
Il presidente Usa Donald Trump intenzionato a comprare la Groenlandia dalla Danimarca. E’ questa l’ultima “trovata” del tycoon americano secondo il Wall Street Journal. Stando alle indiscrezioni destinate già a fare abbondantemente discutere, l’inquilino della Casa Bianca si sarebbe già “ripetutamente” informato con i suoi collaboratori, manifestando anche “vari gradi di serietà” rispetto all’ipotesi. Ma cosa lo spingerebbe a questa mossa? Oltre alle risorse naturali, l’interesse nascerebbe dall’importanza geopolitica dell’isola. Ma le intenzioni di Trump sarebbero già state zittite dalla secca replica della Groenlandia giunta, come spiega TgCom24, per mezzo del ministero degli esteri del territorio autonomo appartenente alla Danimarca: “Non è in vendita”. A commentare duramente, in generale, è stato l’intero mondo politico danese: “Deve essere un pesce d’aprile, ma totalmente fuori stagione”, ha scritto su Twitter l’ex primo ministro Lars Lokke Rasmussen. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LE INTENZIONI DI TRUMP SULLA GROENLANDIA
Non è una fake news e neanche una “bufalozza d’estate”: in una sorta di linea immaginaria che congiunge i noti giochi da tavolo tra Risiko e Monopoli, arriva la notizia di Donald Trump che vuole comprare la Groenlandia. Il territorio più a nord del mondo, nonché l’isola più vasta del pianeta, è di proprietà della Danimarca nonostante geograficamente sia più “vicino” agli Stati Uniti e all’Alaska che proprio come la Groenlandia tempo fa venne “acquistata” dal Presidente americano Dwight Eisenhower. Secondo il Wall Street Journal il n.1 della Casa Bianca avrebbe intenzione di acquistare dal Governo di Copenaghen la maxi isola artica viste le difficoltà economiche che, pare, avrebbe la stessa Danimarca nel gestirla: sempre secondo le indiscrezioni dai media Usa, il presidente degli Stati Uniti starebbe manifestando con forte insistenza ai suoi consiglieri la possibilità di fare un’offerta alla Danimarca nei prossimi mesi (si parla già di settembre, ndr) per acquistare l’enorme isola tra il nord Atlantico e il Circolo polare artico. 58mila abitanti in tutto e uno strato di ghiaccio che per colpa del riscaldamento globale si sta via via sciogliendo.
TRUMP, LA GROENLANDIA E L’ALASKA
Ma che ci farebbe Trump con l’acquisto “geografico” del secolo? Il tycoon a settembre visiterà ufficialmente la Danimarca e pare sia proprio in quella occasione che potrebbe presentare la sua offerta da impeccabile uomo d’affari. La Casa Bianca non commenta intanto e nemmeno l’ambasciata danese a Washington eppure la trattativa sarebbe addirittura già partita. Va ricordato che grazie a un trattato tra gli Stati Uniti e la Danimarca, la Groenlandia è già sotto l’influenza americana con la presenza della base militare Usa più alta al mondo (Thule Air Base, a 1.200 chilometri dal Circolo polare Artico). Trump vuole da un lato lasciare un “lascito” in territori agli States per memoria personale dopo la sua Presidenza, un po’ come fatto da Eisenhower sotto il quale l’Alaska venne annessa agli Stati Uniti nel Novecento. Non solo, per il Presidente repubblicano l’intenzione partorita quando gli è stato confidato che la Danimarca è in forte difficoltà economica nel gestire la Groenlandia, rivela il possibile allargamento a Nord degli Stati Uniti. Un nuovo “lascito” nella storia cui neanche il Presidente Harry Truman, un anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, vi riuscì: la proposta di comprare l’isola artica per 100 milioni di dollari non venne accettata dalla Danimarca.