Uno “tsunami” di plastica sta danneggiando la salute umana e deve essere fermato. Ad avvertire sono state le Nazioni Unite durante i negoziati su un trattato globale. I leader mondiali si sono riuniti a Nairobi per discutere un accordo sulla riduzione della plastica, con il parere di 20 scienziati che li hanno invitati a sfruttare questa “opportunità irripetibile” per garantire che l’accordo sia “abbastanza forte da proteggere la salute delle generazioni future”. Il dottor John Peterson Myers, capo scienziato dell’Environmental Health Sciences e membro del Plastic Health Council che ha organizzato la stesura lettera, ha dichiarato: “Ciò che era iniziato come un rivolo quasi invisibile all’inizio del 20° secolo, ora nel 21° è diventato un mostruoso tsunami”.



La plastica e le sostanze chimiche plastiche si sono diffuse come un flagello in ogni parte del nostro pianeta, anche dentro di noi a livelli noti per essere pericolosi” hanno scritto gli scienziati nella lettera. Le proiezioni prevedono che il volume della plastica prodotta raddoppierà entro la metà del secolo. “Dobbiamo scegliere. Soffocheremo la Terra e noi stessi con la plastica tossica? Oppure abbiamo il coraggio e la lungimiranza per fermare l’assalto?” si legge . I negoziati su un trattato internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica sono iniziati alle Nazioni Unite nel 2022: l’accordo potrebbe essere raggiunto entro la fine del 2024.



“16.000 sostanze chimiche utilizzate nella plastica”

Prima dell’incontro a Nairobi, le Nazioni Unite hanno pubblicato una prima bozza che include proposte per ridurre la produzione di plastica e introdurre divieti o eliminare gradualmente alcuni polimeri e sostanze chimiche preoccupanti. La bozza rappresenta le opinioni espresse dai suoi membri nei precedenti incontri sul trattato ma non si tratta di un accordo definitivo. Secondo gli scienziati, come riporta il The Telegraph, il progetto “è molto al di sotto di ciò che è effettivamente necessario per proteggere la salute umana e della fauna selvatica”. Si rileva infatti che “molte delle 16.000 sostanze chimiche utilizzate nella produzione della plastica sono pericolose” e possono portare a problemi tra cui problemi di fertilità, malattie cardiache e cancro.



“Inoltre, prove crescenti dimostrano che le particelle di plastica inquinano l’aria, l’acqua potabile e il cibo, portando a un rischio sempre crescente di inalazione e ingestione su scala globale”, hanno affermato gli scienziati. Particelle di plastica sono state trovate nel sangue umano, nei polmoni e nella placenta e rappresentano una grave minaccia per la salute pubblica, secondo gli studiosi. Tra i firmatari della lettera figurano il prof. Hugh Montgomery dell’University College di Londra, la dott.ssa Linda Birnbaum della Duke University e il prof. dott. Dick Vethaak della VU University di Amsterdam. La richiesta alle Nazioni Unite è di elaborare “un trattato che riduca il volume di produzione della plastica in generale, sradichi tutti gli articoli di plastica monouso tranne quelli essenziali in modo verificabile (e si impegni a finanziare la ricerca chimica sostenibile per innovare sostituti sicuri), imponga test adeguati di tutti sostanze chimiche nella plastica e vieta inequivocabilmente il “riciclaggio chimico” della plastica”.