Per cent’anni nessuno è stato in grado di sviluppare un vaccino contro la tubercolosi, ora si stanno registrando progressi incoraggianti. Una buona notizia, visto che la tubercolosi ha riconquistato un triste primato, quello di malattia infettiva che miete più vittime al mondo. Per un breve periodo, infatti, la pandemia Covid ha occupato il primo posto, poi i vaccini hanno fortunatamente fermato l’emergenza. Peraltro, sono arrivati in poco tempo, spiazzando la stessa comunità scientifica. Infatti, la ricerca di nuovi vaccini per la tubercolosi è stata per decenni un’impresa ardua. Ad oggi, c’è un solo vaccino contro la malattia, ma è efficace solo in misura limitata.



Si chiama BCG, acronimo di Bacille Calmette Guérin, ed è in grado di proteggere relativamente bene i bambini piccoli da quelle forme di tubercolosi che non colpiscono i polmoni e che si manifestano relativamente spesso in loro. Ma questo vaccino non protegge adeguatamente nessun gruppo di età dalla forma più tipica e più frequente della malattia, la tubercolosi polmonare. Stando a quanto riportato da Süddeutsche Zeitung, negli ultimi anni la ricerca ha fatto dei passi avanti. Infatti, sono in fase di sperimentazione sull’uomo circa 17 diversi vaccini contro la TBC.



TUBERCOLOSI, QUALI VACCINI IN FASE DI STUDIO

Uno dei più popolari è un vaccino proteico chiamato M17, sviluppato dall’azienda farmaceutica britannica GSK. Questo è il candidato ritenuto più promettente, motivo per il quale la Gates Foundation e la britannica Wellcome Trust, che sono le due maggiori fondazioni mondiali per la promozione della ricerca medica, stanno investendo 550 milioni di dollari per la sua ulteriore sperimentazione. Nella sperimentazione di fase 3, il vaccino sarà testato su 26mila persone di oltre 50 località in Africa e Asia a partire dal 2024. Il vaccino è destinato a proteggere le persone già infettate dalla tubercolosi da un’epidemia di tubercolosi polmonare. Stando alle stime dei rappresentanti delle due organizzazioni, i risultati potrebbero richiedere dai 4 ai 6 anni prima di essere disponibili. L’auspicio è che questo ambizioso e costoso progetto segni una svolta.



Resta, infatti, da vedere se avrà successo, perché nella sperimentazione di fase 2, il vaccino contro la tubercolosi è riuscito a soddisfare il requisito minimo del 50% di efficacia stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) solo tre anni dopo la sua somministrazione. Ma secondo i due finanziatori, così comunque potrebbe prevenire 8,5 milioni di morti e 76 milioni di malattie nell’arco di 25 anni. C’è poi un candidato vaccino sviluppato in Germania, VPM1002, vaccino BCG geneticamente modificato. È già in fase di sperimentazione in tre studi di fase 3 su bambini e adulti. I primi risultati sono attesi già l’anno prossimo. Se saranno convincenti, potrebbe debuttare nel 2025 o 2026. Resta da capire chi potrebbe beneficiarne e come, visto che gli studi precedenti si sono concentrati soprattutto sulla tollerabilità, risultata migliore rispetto al vaccino convenzionale.

PERCHÉ MANCA ANCORA NUOVO VACCINO

Perché ci vuole così tanto tempo per un vaccino contro la tubercolosi se quelli contro il Covid sono arrivati in poco tempo? Uno dei motivi è la mancanza di fondi, problema spesso denunciato dall’Oms. Infatti, ci sono voluti anni anche per trovare i fondi per ulteriori test sul vaccino M72Trevor Mundel, responsabile della salute globale presso la Gates Foundation, ha spiegato che secondo GSK il vaccino contro la tubercolosi non sarebbe stato un prodotto commercialmente valido. “La tubercolosi è la malattia della povertà“, ha dichiarato Mundel. Ma a prescindere dalle questioni economiche, lo sviluppo di un vaccino contro la tubercolosi è difficile. “Non sappiamo come stimare la potenziale protezione di un nuovo vaccino contro la tubercolosi“, afferma Hazel Dockrell, esperta di tubercolosi presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine.

Inoltre, mentre l’effetto dei vaccini Covid può essere stimato abbastanza bene in base alla quantità di anticorpi prodotti, non esistono marcatori altrettanto affidabili per la tubercolosi. Per questo, gli scienziati dipendono maggiormente dagli studi, che sono lunghi e costosi, per determinare l’efficacia. Poiché un’infezione da tubercolosi può richiedere anni per svilupparsi in una malattia, tali studi possono essere molto lunghi. Infine, bisogna tener conto di altri fattori: anche precedenti vaccinazioni, la presenza o assenza di un’infezione latente, altre infezioni come HIV o altri micobatteri potrebbero influenzare la tollerabilità o l’efficacia delle vaccinazioni, quindi sono tutti aspetti che devono essere studiati.