Il grandissimo Tullio De Piscopo, fra i migliori al mondo, ospite questa mattina del programma di Rai Uno, Uno Mattina Estate. “Io parlo con i tamburi da quando sono nato – esordisce il musicista italiano – ho visto spazzole, piatti, piattina, tamburelli, mio papà era un batterista, mio fratello Romeo era un grande batterista per quello che mi dicono, lui continua a suonare ed è qua presente. Mi manca tanto sì”. Tullio De Piscopo ha proseguito: “Suonare la batteria così è più istinto. Adesso c’è un po’ di esperienza ma da giovane andavo a 100 all’ora, ora invece cerco di risparmiare per arrivare per primo alla fine. Io sono un ragazzino? Si ma ho 77 anni”.
Tullio De Piscono ha cominciato a Milano quando era un ragazzino: “Ho fatto una gavetta incredibile. Ho fatto l’avanspettacolo: c’era il film, lo spettacolo, il film, lo spettacolo e ancora il film che vedevo tutte le sere”. E ancora: “Io vengo da un quartiere molto forte, Porta Capuana, ce l’ho fatta fino ad un certo punto, io ancora sto aspettando il successo e quindi la vita ti può dare grandi emozioni e grandi soddisfazioni, ce la possiamo fare. La mia storia è la dimostrazione. Io ho girato tanto come un pazzo, cercavo qualcosa ma non mi vedevano e gridavo, allora andavo nei locali e dicevo di farmi suonare. Il fuoco non l’ho mai lasciato, neanche nei momenti difficili”. Sulla sua amicizia con Pino Daniele: “Avevamo il sangue negli occhi. Pino me l’ha fatto conoscere mio padre”.
TULLIO DE PISCOPO, DA PINO DANIELE AL MILITARE
“Di Pino Daniele mi ero innamorato – ha proseguito Tullio De Piscopo – mi piaceva lui, il suo odore, i suoi capelli, avevamo un po’ la stessa storia, le stesse malinconie. Lui non si fermava mai, studiava sempre”. Sul militare: “Ero a Mestre in un Night Club bellissimo, suonavo con la divisa e sono arrivati i carabinieri, mi hanno preso e mi hanno messo sul treno per Roma. Ho lasciato anche il conto da pagare”.
Nel 2022 il Leone d’Oro alla carriera: “Non me l’aspettavo, non era mai stato consegnato ad uno scugnizzo batterista”. Su Toto Cutugno: “L’hanno tormentato, trattato molto male anche dopo che se ne è andato qualcuno ha avuto il coraggio di dire cose assurde. Era generoso, buono e aiutato anche me quando avevo bisogno di uno studio di registrazione”. Sul ruolo di genitore: “Mi reputo un buon genitore, c’è egoismo certamente perchè dovevo raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato, ma non ho fatto mancare niente a figli e famiglia”. Infine sul tumore: “Ho vissuto un periodo molto brutto, ma non l’avevo fatto sapere a nessuno, solo a Pino Daniele, avevo bisogno di dirlo e quindi ho scritto un libro dove dentro c’è tutto”.