Il grandissimo Tullio De Piscopo è stato ospite nella giornata di ieri del programma di Rai Uno, Estate in Diretta. Dopo una rullata alla batteria il grande musicista ha svelato: “La rullata iniziale della sigla di Porto Bello l’ho fatta io, la sigla è rimasta sempre, con il mio rullo”. E ancora: “Io sono nato con le bacchette in mano, non le mollo mai, come Pino Daniele aveva sempre la chitarra in mano. Io non stavo in casa, la nostra casa era la strada, e stavo sempre con le bacchette, e già allora ‘reppeggiavo’ tutto ciò che vedevo nel quartiere. Il mio sogno è sempre stato fare il batterista, il rumore… quando ero piccolo fantasticavo di notte, sognavo e pensavo a cosa fare, e molte cose si sono avverate. Io baciavo gli lp del più grande batterista di jazz di tutti i tempi e poi ho suonato anche con lui”.



Una passione tutta in famiglia: “Papà? Da lui ho preso la passione – ha proseguito Tullio De Piscopo – quando ho aperto gli occhi ho visto tamburi, tamburelli, bacchette, ho capito subito che dovevo fare quello. Ho imparato anche da mio fratello Romeo (morto a soli 21 anni ndr), batterista, che dicono fosse uno dei più grandi di tutta la storia”. Sulla mamma: “Mamma Giuseppina, devota come tante napoletane alla Madonna di Pompei, era devota assai e da bimbo ogni tanto mi prendeva e bisognava andare a Pompei, prendevamo la Circumvesuviana. La prima volta che ho visto il santuario sono rimasto colpito dai marmi, la collana della Madonna, e domani (oggi ndr) suonerò a Pompei, una grande emozione, dove mi portava mia mamma da bambino. era una mamma straordinaria e forte, era orfana fin da piccolissima. Tutte le volte che andavamo al ristorante, la prima cosa che faceva era avventarsi sul pane, lei mi disse che quando era nell’orfanotrofio era la più piccola e la lasciavano sempre senza pane”.



TULLIO DE PISCOPO: “FU MIO PADRE A PARLARMI DI PINO DANIELE”

Sulla famosa e stupenda liason con Pino Daniele: “Fu mio padre a parlarmi di lui, e poi è nata questa collaborazione anche se subito non ho suonato con lui, avevo moltissimi impegni, lavoravo molto all’estero. Poi è arrivata l’ora giusta ed è nata quella grande musica, stile e mood e quel disco che è stato un successo straordinario”.

“C’era il sentimento che ci univa – ha proseguito Tullio De Piscopo – la forza, gli occhi della tigre. non pensavamo ai soldi, pensavamo a fare qualcosa di importante”. Chiusura sul Leone d’Oro alla carriera: “Dopo che mi è arrivata l’email ho pensato fosse uno scherzo, perchè due e tre anni prima mi avevano invitato ad un concerto a New York ed era stato uno scherzo. E’ stato straordinario”.