Tullio Solenghi: “Lavorare con Massimo Lopez? Il merito fu di Anna Marchesini”

Tullio Solenghi ha rilasciato un’intervista al quotidiano ‘La Verità’. L’attore genovese sta trascorrendo l’estate fra un palco e l’altro dell’Italia. Si sta destreggiando fra le battute di Woody Allen con lo spettacolo ‘Dio è morto e neanche io mi sento tanto bene’ e altre kermesse. Per l’autunno, invece, con l’amico Massimo Lopez sta lavorando ad un nuovo spettacolo ma è ancora un “lavori in corso“. Tullio Solenghi ha solo anticipato che il titolo sarà ‘Dove eravamo rimasti’ e debutterà al Teatro comunale di Ferrara il 10 novembre.



Con Lopez sono ben 40 anni che lavorano insieme: “Il merito fu di Anna Marchesini, quando ancora lei e io eravamo un duo: mi parlò di lui apprezzando le sue doti straordinarie di imitatore. Le sliding doors della vita: lo avevo già conosciuto qualche anno prima. Gli avevo passato il testimone al Teatro Stabile di Genova per la parte di Berto ne Il fu Mattia Pascal con Giorgio Albertazzi. Iniziai così a immaginare il nostro Trio: la prima avventura insieme fu condividere anche come autori una trasmissione su Radio 2, nel 1982″. Proprio su Anna Marchesini e Massimo Lopez, Solenghi ha affermato: “Credo di aver vissuto con loro una dimensione famigliare, che per uno come me che ho sempre messo al centro mia moglie e le mie figlie – e oggi i nipoti – può suonare quasi come blasfemo”.



Tullio Solenghi: “In Rai volevano affidarci la conduzione del fantastico sabato sera ma rifiutammo”

Intervistato da Giulia Cazzaniga, Tullio Solenghi ha ripercorso gli anni degli inizi della sua carriera: “Lasciai Genova per Milano. Feci il provino per il Derby e convinsi Gianni Bongiovanni, lo zio di Diego Abatantuono, però poi lavorai al Refettorio di via San Maurilio, un locale che oggi non esiste più. Mi alternavo con un altro genovese: Beppe Grillo. Io facevo il primo tempo, lui il secondo“. Oltre a Tullio Solenghi in quegli anni spopolarono Marco Columbro, Zuzzurro e Gaspare, Paolo Villaggio, Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni e tanti altri: “Eravamo tutti contemporanei e matricole in ascesa, e nessuno avrebbe immaginato il successo che poi ci hanno riconosciuto. Ci è andata bene, sarà che molti di noi avevano talento”.



Solenghi ha poi aggiunto: “Dopo gli apprezzamenti che ottenemmo con Domenica In, in Rai volevano affidarci la conduzione del fantastico sabato sera di Rai 1. Tutti ambivano a quella fascia, come è ovvio, e lo chiesero a noi che invece rispondemmo “no, grazie”. Scegliemmo di dedicarci ai Promessi sposi”.Andammo controcorrente e fummo premiati”, ha evidenziato Tullio Solenghi. Ovviamente, in Rai “non la presero bene da subito e ci spedirono nella sede di Torino, dove si facevano solo pomeridiane e spettacoli per ragazzi” ma “i nostri Promessi Sposi sono poi diventati un cult. Quasi 15 milioni di spettatori per la prima puntata. In Rai all’inizio non ci capirono”.