A “Tg 2 Medicina 33” si è discusso col dott. Antonio Silvani (Direttore neurologia 2 presso l’ Istituto neurologico Besta di Milano) delle terapie adeguate per affrontare il tumore al cervello. Oggi il concetto di chirurgia, per un tumore al cervello, non può prescindere dalla tecnologia. Il Dott. Alessandro Perin (neurochirurgo dell’ospedale Besta di Milano) sostiene che la chirurgia rimanga la scelta preferibile quando il paziente è in buone condizioni e quando si possa garantire un’asportazione completa del tumore. La chirurgia, se confrontata con la radioterapia, ha un decorso più lungo poichè si è esposti a possibili complicanze che richiedono un ricovero di più giorni. A volte è necessaria anche la rianimazione o la riabilitazione, ma il suo vantaggio è la radicalità: “Hai delle cellule malate, entri in sala operatoria e quando esci dalla sala operatoria queste cellule non ci sono più”.
In caso la chirurgia non sia possibile o quando la funzione uditiva o visiva siano compromesse, è richiesto un intervento mirato e non invasivo. In caso, ad esempio, di un meningioma o neurinoma del nervo acustico o del nervo ottico, la radioterapia è più delicata e non implica un intervento manuale. E’ un trattamento eseguito dall’esterno. In caso di tumori aggressivi, si può associare alla radioterapia, anche la chemioterapia. La radioterapia serve a controllare la crescita del tumore. La massa, con questo tipo di trattamento, non scompare mai del tutto in caso di tumori gravi cerebrali. Si riesce però, a ridurla e a mantenere il controllo della crescita perchè se si espande questa lesione la chirurgia è d’obbligo e si avrebbe un’eventuale possibilità di avere un danno ai nervi.
Tumore al cervello: per curare in maniera selettiva il tumore bisogna superare la barriera ematoencefalica
Trattare i tumori cerebrali è molto complesso. Il cervello ha una barriera che è praticamente impenetrabile proprio per difendersi dalle sostanze tossiche: è la barriera ematoencefalica. Questa barriera è un’interfaccia tra il sangue e il cervello. Da una parte, questa barriera è un vantaggio poichè ci protegge dalle situazioni nocive che possono accadere nella vita di tutti i giorni, ma dall’altro, parte dei medicinali che sono stati scoperti recentemente, non riescono ad essere utilizzati poichè non riescono ad arrivare nel sistema nervoso. Perchè, quindi, le sostante stupefacenti riescono a superano questa barriera? Il dott. Antonio Silvani spiega: “Alcune sostanze sono liposolubili e soprattutto perchè non tutto il cervello ha la barriera ematoencefalica chiusa”.
C’è però una novità in campo medico per il tumore al cervello: la MRgFUSS, è la chirurgia a base di ultrasuoni focalizzati e guidati dalla risonanza magnetica. “E’ il combinare di un fascio di ultrasuoni molto preciso con una risonanza magnetica che ci permette di monitorare in tempo reale la procedura e con un contrasto (simile a quello utilizzato nell’ecocardiogramma) con le microbolle. La stimolazione di queste microbolle fa sì che queste aumentino di volume e riescano ad aprire questa barriera e a permette al farmaco di penetrare”. E’ pericoloso aprire questa barriera? “No, in questo caso è un apertura molto selettiva, su volumi piccolissimi ed è reversibile. Entro 24 ore la barriera si richiude. Alcuni pazienti sono al settimo ciclo di questo trattamento e l’hanno tollerato bene. I risultati sono preliminari ma sono interessanti. Abbiamo ottenuto delle stabilizzazioni e anche una risposta in questa malattia molto aggressiva. Questa tecnica, ancora sperimentale e presente solo in Italia, viene usata anche per il tremore essenziale e per il morbo di Parkinson.