Un tumore al colon ha ucciso Matteo Messina Denaro, che ormai da tre anni lottava contro la malattia. La diagnosi nel 2020, poi le cure durante la latitanza sotto la falsa identità di Andrea Bonafede. Infine, l’arresto a gennaio scorso, proprio mentre si stava sottoponendo alla terapia presso la clinica privata La Maddalena di Palermo. “Mi avete preso solo per le mie condizioni di salute”, aveva affermato lui stesso dopo la cattura.
Il tumore era arrivato infatti al quarto stadio, per cui le cure erano diventate inutili. È per questo che i medici avevano deciso in queste settimane di praticare esclusivamente la terapia del dolore. In passato invece si era sottoposto a due interventi chirurgici per ridurre la massa e a chemioterapia per arginare le metastasi. Era l’unico modo per aspirare alla sopravvivenza. Il cancro in questione è infatti uno dei più letali, nonché il secondo più frequente in Italia (43.700 nuovi casi registrati ogni anno). La possibilità di essere ancora in vita a cinque anni dalla diagnosi oggi si aggira attorno ad appena il 65%.
Malattia Matteo Messina Denaro: aveva un tumore al colon, cos’è e come si cura
Il tumore al colon che ha colpito Matteo Messina Denaro è dunque una malattia molto letale. Secondo un documento medico visionato da Adnkronos, quello del boss era tecnicamente definito “indifferenziato” poiché senza la produzione di ghiandole e con un comportamento più aggressivo. In altri termini, viene anche definito “adenocarcinoma mucinoso colorettale”. Esso riguarda il 10-20% delle diagnosi tra gli adulti per il cancro in questione. Si differenzia da quello tradizionale perché le cellule tumorali presentano aspetti di adenocarcinoma ma sono circondate da una sostanza mucinosa viscosa, che provoca una produzione eccessiva di muco.
I sintomi sono comunque simili a quelli degli altri tipi di tumore al colon: sanguinamento rettale, cambiamenti nelle abitudini intestinali e dolore addominale. Ad essere diverso può essere il trattamento scelto dai medici per provare ad aumentare la sopravvivenza del paziente.