Un nuovo passo verso il riconoscimento e probabilmente la cura del tumore al polmone metastatico. È stato firmato un documento d’intesa che rende possibile eseguire i test NGS (Next Generation Sequencing) che sono indispensabili per scegliere le terapie più indicate per i malati con mutazioni genetiche. Fino ad ora, non sempre i test necessari a individuare la presenza di eventuali geni mutati venivano effettuati: difficilmente, infatti, venivano rimborsati dal Servizio Sanitario.
“Una notizia attesa da tempo. Con il documento d’intesa Stato-Regioni del 28 settembre 2022 potremo finalmente richiedere e ottenere, in tutte le regioni italiane, queste tecniche di sequeziamento genico di nuova generazione NGS per la valutazione simultanea di numerose alterazioni molecolari e la selezione dei pazienti per l’oncologia di precisione nell’adenocarcinoma del polmone“ ha spiegato Carmine Pinto, presidente della Federation of Italian Cooperative Oncology Groups al Corriere della Sera.
Come funzionano i test per il tumore al polmone
“Conoscere le mutazioni del Dna presenti nella neoplasia di un paziente è oggi fondamentale per individuare alterazioni specifiche che possono orientare le scelte terapeutiche” ha spiegato Nicola Normanno, presidente dell’International Quality Network for Pathology. “Le target therapies, infatti, possono essere utilizzate soltanto se nelle cellule tumorali (o, in alcuni casi, nel sangue o in altri campioni biologici prelevati dal malato) si rileva la presenza di specifici marcatori. Se questi sono assenti, invece, si opta per altri tipi di farmaci, scegliendo fra quelli più adatti al singolo caso. Ma la presenza o meno di biomarcatori guida anche molte decisioni nell’uso dell’immunoterapia. Concretamente, gli esami da eseguire si stabiliscono in base al tipo di cancro in questione (seno, polmone, colon e via dicendo). Purtroppo, una nostra ricerca (appena pubblicata sulla rivista scientifica European Journal of Cancer) ha dimostrato che in molti paesi europei, compresa l’Italia, esistono limiti notevoli all’accesso ai test NGS“.
“Quello al polmone è, ancora oggi, il tumore più letale in Italia e, con 41mila nuovi casi annui, è uno dei più frequenti. Facilissimo da prevenire: basterebbe non fumare, visto che l’85% dei casi è dovuto al tabacco. Molto difficile da individuare in fase precoce, quando sarebbe più semplice da curare e le probabilità di guarire sarebbero maggiori: più del 70% dei pazienti arriva alla diagnosi troppo tardi perché la neoplasia non dà segni evidenti della sua presenza fino a quando non è ormai in stadio avanzato. E proprio per chi ha un carcinoma polmonare in stadio avanzato e metastatico oggi abbiamo nuovi farmaci che possono fare una grande differenza” ha concluso Normanno al Corriere della Sera.